VITTORIA (RG) 28/06/2015
Mentre un partito che ha fatto la storia della sinistra, si spacca, si polverizza, si frantuma in piccoli pezzi, affidando alla “fortuna” il futuro di iscritti e simpatizzanti, i “nostagici” riportano alle nuove generazioni, il vissuto di chi ha fatto la storia della sinistra a Vittoria.
Il ruolo della memoria che con un filo rosso (non solo in senso metaforico ma oggi più che mai come elemento dell’identità di partito) lega le vite di personaggi che, con il loro impegno politico hanno contraddistinto il cammino economico e sociale della città di Vittoria; una galleria di personaggi quali: Giovanni Bennice, Titta Cirignotta, Rosario Fiorellini, Concetta Furioso conosciuta da tutti come compagna Cannella, Letizia Montalto e Nunzio Pirone. Tutti hanno legato le loro storie di vita all’affermazione del Partito Comunista italiano e al riscatto della classe contadina vittoriese.
Ritratti di ieri e di oggi riproposti dall’umile ma efficace penna di Carmelo La Rosa, bracciante agricolo, autodidatta, militante del Pci, autore di un pamphlet “100 ANNI DI STORIA POLITICA DELLA CITTA’ DI VITTORIA” a cui affida i suoi ricordi e le sue memorie.
Classe 1937, secondo di cinque figli, prima contadino per conto terzi e poi piccolo proprietario. La Rosa è uno dei tantissimi, migliaia di braccianti vittoriesi che attraverso la lotta politica hanno manifestato il loro impegno contro le ingiustizie sociali, contro la dominazione dei grandi proprietari terrieri.
Ha iniziato la sua attività in proprio, in un fazzoletto di terra di fronte al mare, a Passo Marinaro agro di Ragusa, successivamente diventato uno dei tanti piccoli tasselli di una rivoluzione economico-sociale che ha contraddistinto l’economia agraria dei territori del sud-est siciliano, diventati poco a poco, i territori della “fascia trasformata”, un’immensa distesa di serre in plastica e legno dove si è sviluppata l’orticoltura in ambiente protetto, che hanno mutato il paesaggio di vaste lande, popolate in passato dalla vite da vino o da colture seminative.
Ma quella di La Rosa è la storia di quei contadini che hanno conosciuto il riscatto sociale grazie all’azione di uomini e donne che ne hanno saputo incarnare i bisogni e le aspirazioni. La grande eredità di quegli anni, a ridosso della fine del secondo dopoguerra, è marcata come un timbro indelebile dall’azione di uomini come Filippo Traina, Rosario Iacono, Gianni Ferraro, Giuseppe Caruano, Ubaldo Balloni, Pietro Gentile. Esempi fulgidi di un impegno politico fatto concretamente, di riscatto sociale per una classe, quella contadina, sopraffatta dalla miseria, dalla povertà, dalla sudditanza umana e sociale nei confronti della grande e media borghesia agraria vittoriese.
Ai suoi rapporti con noti personaggi, quali: Francesco Aiello, sindaco della città in più legislature, poi deputato all’Assemblea regionale; Giovanni Bennice, contadino e padre co-fondatore della cooperativa agricola Rinascita, Titta Cirignotta, contadino anche e sindacalista; Rosario Fiorellini, dirigente del Pci e segretario della Camera del Lavoro di Vittoria, Concetta Furioso detta Cannella, militante nei quartieri, consigliere comunale e donna di grande tempra; Letizia Montalto, consigliere comunale, moglie di Gianni Ferraro, dirigente del Pci e poi vicesegretario generale del Comune, Nunzio Pirone, dirigente del Pci, amministratore, Carmelo La Rosa affida i ricordi di una vita, le sue esperienze umane e politiche.
Il dottore Filippo Foresti, nell’introduzione alla presentazione della fatica di La Rosa, ha voluto ricordare alcuni aneddoti di un passato che ha segnato la storia della città e l’affermazione del Partito comunista vittoriese. Fatti e personaggi che hanno contribuito allo sviluppo dell’orticoltura in serra. La Rosa ha ringraziato tutti coloro che gli hanno consentito di dare alle stampe le memorie di un vissuto, di un quotidiano che rimanda ad una storia “evenemenziale” parafrasando lo storico Fernand Braudel, cioè una storia fatta dagli umili, dagli ultimi, che offre uno spaccato reale su storie, fatti e personaggi che hanno segnato la storia di Vittoria nell’era dell’Italia repubblicana.
L’onorevole Francesco Aiello, ha riannodato i fili della memoria per esplicitare i passaggi che hanno portato alla nascita, dopo la triste parentesi fascista, del comune democratico. L’azione di una classe dirigente, quella del Pci, già sviluppatasi nel trentennio fascista, protagonista politica con le prime elezioni amministrative dell’era repubblicana e pronta ad agire verso le classi più povere non solo con interventi di sostegno all’assistenza sanitaria, ma più concretamente come fautrice del piano di compartecipazione e poi dell’imponibile di manodopera. Un’azione portata avanti con la prima legge sulla serricoltura, concepita come azione di miglioramento fondiario e poi con la definizione di tutte quelle problematiche che lo sviluppo dell’orticoltura in serra portava con sé, a partire dal nodo della commercializzazione attraverso il mercato alla produzione che era il mercato di Vittoria.
Il ricordo indelebile di personaggi come il Senatore Traina, l’on. Iacono, Pietro Gentile, Giuseppe Fortunato e Giovanni Bennice, ha rievocato i tempi di un’umanità diversa, fatta di piccole cose, di grandi ideali, di una capacità di visione del futuro che evidenziava una saggezza fatta di storia quotidiana più che dal grado di alfabetizzazione.
A quei ricordi, Aiello, ha fatto riferimento, per riprendere le fila del presente, introducendo la proposta di un fondo di garanzia per i piccoli produttori che tuteli finanziariamente gli agricoltori nel caso di uno squilibrio eccessivo tra costi di produzione e prezzi di vendita degli ortaggi consentendo il ritiro della merce dal mercato con conseguente calo dell’offerta.
Al ricordo dei personaggi citati nel volume, l’ex sindaco di Vittoria ha affidato i suoi ricordi giovanili per testimoniare come l’esempio di persone oneste, concrete, lungimiranti, hanno contraddistinto il suo cammino politico di giovane consigliere prima e di amministratore successivamente. E da quegli esempi, Aiello, trarrà spunto per tornare come guida, nell’azione di riscatto del mondo agricolo locale sopraffatto oggi dalla concorrenza sleale e dalla mancanza di regolamentazione.