“Vento dell’Africa”… Un 2016 diverso dal 2015 e che sia uguale per tutti i popoli della terra.
Vittoria – Sicilia
1 gennaio 2016
A nome mio personale, dell’Editore, Giovanni Maria Spada e di tutti i colleghi che ci onorano della loro presenza, un augurio per un 2016 sfavillante e denso di serenità, prosperità e felicità.
Vento dell’Africa è una poesia di Francesco Aiello, scritta di recente, i cui contenuti sono un miscuglio di emozioni, sentimenti e umanità, quell’umanità che i mercanti di vite umane non conoscono e che molto spesso il Santo Padre invoca.
Con questa poesia e con i suoi contenuti, pensiamo di formularVi il migliore augurio per l’Anno appena arrivato.
VENTO DELL’ AFRICA
Alle sei è stato.
Alle sei di una calda mattina di Luglio,
che il vento dell’Africa
dormiva sui nostri letti
inzuppati.
Alle sei mi sono alzato
e ho visto quella barca,
una grande barca zeppa di persone
tutte insieme dritte
come aste tentennanti
in mezzo al mare,
distanti.
C’erano bambini donne giovani
alle sei li ho visti,
sul barcone.
E in testa dentro la cabina
attaccato a una bottiglia ho visto
il capobarca il comandante ho visto
e la sua barca.
L’ho visto alle sei nella tv
in un film
di tanti anni fa,
a far tratta dalla costa africana,
che ora ci consegna nuove vite
avvolte nel vento
che ci sfianca.
Alle sei
mi hanno parlato
mentre la barca si inclinava
nel mare lucente
e li portava nell’abisso,
alle sei accadeva di questa estate
d’afa.
Alle sei di questo anno
duemila e quindici
o tanti anni fa,
ma le catene scivolano
pesanti
e li trascinano giù in fondo,
nel mare profondo.
Io li ho visti,
alle sei,
che i bimbi si aggrappavano alle madri
e le lacrime si scioglievano
nell’acqua fredda,
sempre più fredda
sotto il sole infuocato
dell’estate.
Oh, Signore
accogli questi bimbi nel tuo grembo
e le loro madri e i loro padri
travolti nel gorgo alla marina,
alle sei,
alle sei di questo nuovo giorno,
che l’aria ci inzuppa del sudore
del vento d’Africa,
del vento della morte.
Francesco Aiello
Luglio 2015