Vittoria. 04/12/2022
Se la sindacatura Aiello non ci avesse ormai abituato a non meravigliarci più di nulla, troverei quanto meno bizzarro, oltre che inopportuno, quello che sta accadendo a Vittoria, dopo che l’Amministrazione comunale ha stabilito di intitolare l’ex via forcone, al compianto colonnello Vito Andrea Iannizzotto, apprezzato e valoroso ufficiale dell’arma dei carabinieri, scomparso recentemente. Il colonnello, tra l’altro, era già cittadino insigne della nostra città, dove si era trasferito da Chiaramonte Gulfi, sua città natale, sin dall’età di 13 anni.
Un “professionista” della legalità, che nel suo percorso di vita militare, ha avuto riconoscimenti e onorificenze, per meriti.
Per farla breve, un uomo che per le sue qualità e le sue doti umane e professionali, ha meritato ciò che Vittoria gli ha riconosciuto.
Nonostante tutto questo, in quel quartiere: Forcone, nome che non risulta, sin dal 1818, essere stato deliberato da alcuna Giunta comunale, si è scatenata una vera e propria “rivolta” che fortunatamente viene portata avanti e fomentata, solo da pochissimi facinorosi, per rivendicare ricordi di un passato che andrebbe piuttosto dimenticato.
Inoltre, si legge in una nota pubblicata dall’On. Paolo Monello, storico e studioso di storia locale, che quel quartiere, nel 1980, venne denominato:Colledoro – Maritaggi e non Forcone, come rivendicano i “nostri” pochi nostalgici che, come riferito, vorrebbero lasciare credere che sono affezionati al nome. In verità non è così, si tratta solo di personaggi che non vogliono accettare che in quella zona non esistono solo fatti inquietanti che riguardano un passato abbastanza recente, ma esistono uomini e donne, che con il loro lavoro e la loro voglia di rinascita, hanno lottato e lottano per un cambiamento già in corso d’opera e che non sono legati e affezionati a nomi di strade insignificanti e, a volte, inappropriati. O forse vogliono opporsi ad una scelta dell’Amministrazione Aiello, che da più parti viene contrastata con ogni mezzo e,a volte, con argomenti che non trovano alcun senso logico o razionale. L’importante è opporsi e sputare veleno, probabilmente nella vana speranza che qualcuno butti la spugna. Ma torniamo a Forcone, c’è infatti qualcuno, che attribuisce il nome Forcone, ad un periodo della storia di Vittoria, peraltro sconosciuta, che farebbe supporre che in quel quartiere ci sarebbero state le forche. Sono pochi, ma tenaci coloro i quali stanno sostenendo questa battaglia senza senso e che si spingono fino al punto di coprire la targa con su scritto: viale col. Vito Andrea Iannizzotto, con un foglio A4 scritto a penna, in cui si legge: via Forcone.
Peccato che i pochi nostalgici del passato, siano rimasti isolati e che le loro rivendicazioni, non siano gradite dalla stragrande maggioranza di chi abita in quel quartiere, anzi, in viale col. Vito Andrea Iannizzotto.
Un quartiere dove esistono anche luoghi di accoglienza e aggregazione quali quello di don Beniamino Sacco, sacerdote di frontiera con un innato senso dell’altruismo e dell’accoglienza e farmacie, due, ma una in particolare, ormai storica, la farmacia Guastella, fortemente voluta dal compianto fondatore, Saro, scomparso a causa della pandemia, che ha voluto proprio lì, una struttura sanitaria, oggi punto di riferimento per migliaia di persone.
Chi volesse ancora strumentalizzare questa intitolazione di una strada e di un intero quartiere, è opportuno che prenda atto, di essere rimasto solo.
L’Amministrazione comunale non ha intenzione di cedere a pressioni inopportune e fuori luogo, pertanto mai tornerebbe indietro, nemmeno nelle decisioni assunte per i prossimi mesi, che verranno poste in essere, anche se dovesse rendersi necessario l’ausilio delle forze dell’ordine.
Ci si rassegni e nelle case degli abitanti del quartiere, si spalanchino le porte del cuore e della mente, a chi pur nella lontananza rimaneva legato alla sua casa e alla sua città ( Vito Andrea Iannizzotto abitava a 20 metri da piazza Cappellini).

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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