“Un anno sull’Altipiano”.Recital di teatro e musica tratto dall’omonimo romanzo di Emilio Lussu
Bari, 16 febbraio 2015.- In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale e della Giornata Nazionale della Cultura realizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il festival ExViral Theatre ospiterà in prima assoluta, venerdì 27 febbraio, presso la Sala teatro del Laboratorio Urbano Exviri di Noicattaro (Bari), “Un anno sull’Altipiano”, recital di teatro e musica tratto dall’omonimo romanzo di Emilio Lussu. Adattato per il palcoscenico da Daniele Monachella, voce recitante accompagnato in scena dall’etnomusicologo Andrea Congia a chitarra classica ed effetti e da Andrea Pisu (vincitore del Premio Maria Carta) alle launeddas e percussioni, il testo è una preziosa testimonianza del popolo sardo che con migliaia di vite umane, pagò l’immane prezzo della Grande Guerra. È noto che i dominatori aragonesi vissuti in Sardegna, definivano i sardi “Pocos locos e mal unidos”, mentre l’opera di Lussu, scritta durante la sua lunga permanenza nei sette Comuni dell’Altipiano di Asiago, sottolinea come per la prima volta i sardi rimasero coesi, seppur nella sventura delle trincee, uniti dal motto “Forza paris” – “Forza andiamo tutti insieme”, pensiero collettivo dei Diavoli rossi. Il recital tratto dal suo memoriale prende spunto dall’esergo presente nel libro “Ho più ricordi che se avessi mille anni”, di evidente rimando a “I fiori del male” di Baudelaire, perseguendo l’alto valore letterario, identitario, storico e sociale dell’opera, traduce in esigenza artistica la volontà di tramandare attraverso il linguaggio performativo audio-musicale, il messaggio morale contenuto in essa, nonché onorare la memoria del popolo sardo e dei suoi sfortunati combattenti nel ricordo di quei tre lunghi anni di guerra. I Dimonios della Brigata Sassari e gli eventi della trincea; la poesia del ferro e del cognac, del fuoco e del sangue; i flash, le fughe e le ferite della Grande Cagnara; le cadute delle vittime sul fango dell’Altipiano in contemporanea alle disfatte dei Giganti Europei; questi sono alcuni degli ingredienti di cui è intriso questo intenso docu-spettacolo reso maggiormente emozionale dalle parole di un autore che si rivolta moralmente alla guerra e alla classe che la provoca, permeate dal commento sonoro della tradizione musicale sarda, espressa contrappuntisticamente in relazione alla voce dell’unico attore in scena.
Un viaggio mnemonico emozionale intriso dal ricordo di una guerra il cui racconto, per la prima volta nella letteratura italiana, denuncia l’irrazionalità e il suo non-senso, oltreché la gerarchia e l’esasperata disciplina militare in uso al tempo.