Fedagri Campania, Alfonso Di Massa: “Lavoriamo e ci impegniamo per una cultura agricola”
Fedagri Confcooperative Campania, rappresentata da Alfonso Di Massa, è intervenuta all’Hotel Excelsior di Napoli ad un convegno su agricoltura e cooperazione organizzato dalle cooperative agricole del gruppo francese Charentes Alliance, interessato al confronto con la Federazione.
NAPOLI – “La Campania è una regione agricola per tradizione, che contribuisce alla produzione e all’occupazione su scala nazionale. In questo quadro la cooperazione agricola resta una forza: rappresenta il 6% delle cooperative agricole italiane e il 2,4% del fatturato. E non dobbiamo dimenticare gli effetti positivi in termini di tutela dell’ecosistema e del patrimonio culturale e folkloristico che la presenza delle imprese cooperative agricole alimenta”.
Così ha esordito Alfonso Di Massa, presidente della Fedagri Campania, davanti ai dirigenti e ai cooperatori delle cooperative agricole del gruppo francese Charentes Alliance, presso il Gran Hotel Excelsior di Napoli. Il gruppo francese – attivo soprattutto nel cerealicolo, nel vitivinicolo e nella zootecnia e con un giro di affari di 443 milioni di euro – ha invitato Fedagri Campania, la Federazione che rappresenta e tutela le cooperative agricole che aderiscono a Confcooperative, ad intervenire al loro convegno su agricoltura e cooperazione agricola campana.
“La cooperazione agricola campana, anche all’interno di Agrinsieme, si sta battendo per il superamento dell’emergenza ambientale, per tutelare le campagne e per sgravare gli immobili agricoli da sovrattasse. Per noi agricoltura è anzitutto cultura, cultura dello star bene. Per questo incoraggiamo, nella nostra rete, anche la pratica dell’agricoltura sociale, che coniuga la cura della terra e la produzione con l’inserimento lavorativo e la riabilitazione di soggetti svantaggiati” ha spiegato Di Massa.
Egli, difatti, dopo una panoramica sul ruolo di Fedagri Campania nel mondo della cooperazione agricola e un focus sulle eccellenze e sui numeri dell’agricoltura regionale, ha illustrato i temi cari alla Federazione, specie in termini di sviluppo.
Di Massa ha sottolineato anche l’onore per Fedagri Campania di aver apportato il suo contributo ad una realtà cooperativa d’Oltralpe e con cui potrebbe nascere qualche collaborazione.
QUALCHE DATO
Fedagri Campania si pone come una delle più importanti federazioni in termini di cooperative e numero dei soci nonché di fatturato complessivo delle strutture associate, tra cui molte OP (Organizzazioni dei Produttori), che lavorano in tutti i comparti produttivi (ortoflorofrutticolo, vitivinicolo, lattiero caseario, zootecnico, oleario, cerealicolo, servizi e mezzi tecnici, forestale). Il giro d’affari aggregato del sistema Fedagri Campania si attesta a circa 185 milioni di euro. La patrimonializzazione aggregata raggiunge 40 milioni di euro. Il capitale sociale aggregato si attesta a 5 milioni di euro. Il totale del capitale investito dalle cooperative sale a quota 175 milioni di euro.
A livello settoriale, l’ortofrutta e il settore agricolo e servizi rafforzano la leadership per quanto riguarda il volume d’affari. Alcune realtà del vitivinicolo si segnalano, invece, per il significativo contributo in termine di capitale sociale.
I soci delle cooperative, in gran parte produttori agricoli, sono circa 12.300.
Le cooperative aderenti danno lavoro a quasi 1000 persone. A livello provinciale, Salerno e Benevento assorbono la maggioranza assoluta della forza lavoro impiegata. La cooperazione agricola campana, in particolare, resta una forza.
La cooperazione agricola campana rappresenta il 6% delle cooperative agricole italiane e il 2,4% del fatturato. L’apporto al fatturato regionale del settore è del 37% più di 800 milioni di euro. Le cooperative agricole si contraddistinguono per un rilevante grado di mutualità, dal momento che l’86% della produzione utilizzata deriva dai conferimenti dei soci. Il tutto senza dimenticare i valori immateriali e le esternalità positive – che producono comunque reddito – derivanti dalla presenza di imprese diffuse sul territorio che gestiscono l’ecosistema e tutelano il patrimonio culturale collegato ai loro processi produttivi.