Tra canto e teatro, le due proposte del Piccolo teatro della Badia hanno entusiasmato nel week end il pubblico ragusano
RAGUSA – Tra canto e teatro. Il fine settimana del Piccolo teatro della Badia si è fatto in due. Con la straordinaria performance del tenore Dario Adamo assieme al chitarrista Valerio Massaro e con l’esibizione esilarante sul palcoscenico della compagnia Tres Casti Agni. Il duo ha proposto un concerto lirico dal titolo “Incanti d’amore” che, attraverso l’esecuzione di cavalli di battaglia dei tenori del passato, dalle romanze da salotto alle canzoni italiane del primo Novecento, ha entusiasmato i presenti, pronti ad applaudire i momenti di vero virtuosismo che sono stati registrati. Molto apprezzati anche i classici della tradizione napoletana e le liriche siciliane che hanno reso il quadro complessivo ancora più allettante. Il responsabile del settore musicale della Badia, Sergio Digrandi, ha dunque saputo inserire in calendario un altro evento ricco di suggestioni. Anche la serata teatrale di ieri ha ricevuto scroscianti applausi con la commedia “Gatta ci cova” di Antonio Russo Giusti. La compagnia Tres Casti Agni ha impresso alla storia un ritmo moderno. La trama è ambientata in una “fazenda” di campagna in cui i protagonisti sono due fratelli, don Isidoro e la sorella Antonia, che si contendono la terra donata dal padre. Il povero don Isidoro, convinto della fedeltà della sorella, decide di lasciarle la terra credendo alle sue parole cioè che fino a quando lui rimarrà in vita nessuno gli potrà togliere il comando di tutta la casa. Con lui vivono due massaie, madre e figlia, ‘gna Mena e Vanna, entrambe devote a don Isidoro. La madre, ‘gna Mena, è preoccupata per la sorte della figlia che non vuole più sposarsi dopo che il suo futuro marito è deceduto in un incidente ed è proprio don Isidoro a decidere di prendersi cura delle sorti delle due povere sventurate; ma sua sorella Antonia non è dello stesso parere, è legata troppo alla terra, vuole a tutti costi che quella proprietà sia sua arrivando persino a portare in casa del fratello il genero architetto Masuccio, la figlia Iole e il marito Bruno, facendo credere al genero che tutto ciò che vede sarà la dote della figlia. Fanno capolino in scena anche Giovanni il mediatore, Niria e Pispisa, contadini pronti a servire e a seguire ovunque don Isidoro, il pretore e il cancelliere che, avendo la sorella mandato una lettera di sfratto, sono costretti a dover elencare tutto ciò che c’è all’interno della fazenda prima che don Isidoro la lasci. “Un grande affresco della Sicilia di un tempo – afferma il direttore artistico del Piccolo della Badia, Maurizio Nicastro – reso con perizia dalla compagnia etnea che, ancora una volta, ha dimostrato di possedere nel proprio registro interpretativo le corde adeguate per riuscire a sviluppare una pièce di qualità. Il nostro pubblico si è molto divertito. Ed è questo l’aspetto che voglio sottolineare di più perché puntiamo, come sempre, a fare in modo che chi viene a trovarci possa andare via soddisfatto, rilassato e spensierato”.