Violenza sulle donne: “Taddei (Cgil), dati Istat confermano urgenza intervento.
Redazione Due, Roma, 6 giugno 2015 -“I numeri presentati dall’ Istat si commentano da soli: circa sette milioni di donne hanno subito, nel corso della propria vita, una violenza fisica o sessuale. Non diminuiscono né i femminicidi né gli stupri, mentre aumenta l’efferatezza della violenza”. E’ quanto dichiara la responsabile delle Politiche di genere della Cgil nazionale, Loredana Taddei, in merito ai dati contenuti nel rapporto “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia”. “Inoltre – prosegue la sindacalista – ad aumentare in modo preoccupante è la percentuale dei figli che hanno assistito a episodi di violenza sulla propria madre, con le conseguenze anche di tipo relazionale, a cui queste bambine e bambini andranno incontro nella loro vita”. “Il dato confortante – sottolinea Taddei – riguarda, invece, la diminuzione delle violenze fisiche o sessuali contro le donne, che negli ultimi cinque anni sono passate dal 13,3% all’11,3%”. Secondo la dirigente sindacale ciò dimostra “una maggiore consapevolezza e informazione che hanno migliorato la capacità delle donne di riconoscere, prevenire e combattere il fenomeno. La mobilitazione di tante donne, associazioni, movimenti e sindacati, in questi ultimi anni, hanno iniziato a cambiare la percezione della violenza, anche da un punto di vista culturale e dell’informazione, ma i dati dimostrano che ciò non basta”. “La violenza è il prodotto di meccanismi complessi che regolano la società e il mondo del lavoro – prosegue – a partire dalla scarsa autonomia economica femminile, dall’alto tasso di disoccupazione, dall’aumento del divario socio-economico tra donne e uomini e dalla mancanza di servizi necessari per conciliare i tempi di vita e di lavoro”. “E’ necessario – prosegue Taddei – non nascondere le violenze, gli abusi, il mobbing e i ricatti sessuali nei luoghi di lavoro, troppo spesso coperti da omertà e complicità e amplificati dalla precarizzazione dei rapporti di lavoro”. “Tutte queste realtà – conclude Taddei – suggeriscono che non c’è più tempo, la politica deve agire e il Piano antiviolenza deve affrontare urgentemente i nodi contenuti nella Convenzione di Istanbul per prevenire e combattere la violenza”.