23 Novembre 2024

ITALREPORT

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Una regione al collasso, dagli enti locali, al sistema delle imprese al terzo settore

Necessario sbloccare entro l’anno i trasferimenti ai comuni e prorogare la rendicontazione dei fondi europei

Amenta: “Non ci sono altre alternative possibili da qui al 31 dicembre per evitare lo scontro sociale. Il governo smetta di giocare e affronti seriamente questi problemi diventati ormai drammi”

Canicattini Bagni, 20 novembre 2015 – Non ci sono più margini di salvezza in Sicilia, in un contesto come quello attuale, per il sistema degli Enti Locali, per il Terzo Settore e per il Sistema produttivo che si interfacciano con la Pubblica Amministrazione, se la Regione non trasferisce immediatamente ai Comuni, ormai privi di liquidità, le somme in conto capitale e quelle relative al fondo di riequilibrio del personale, e non si proroga la data di scadenza del 31 Dicembre per la rendicontazione dei fondi europei, senza rischiare di restituire indietro i soldi.

Il rischio è di un collasso annunciato, senza alcuna ancora di salvataggio, con ripercussioni gravissime per tutta l’economia isolana e per la tenuta sociale.

Questo l’allarme “gridato” ad alta voce dal Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni, dopo il silenzio del Governo regionale sui trasferimenti 2015 agli Enti Locali, che sta innescando una guerra tra poveri, e meccanismi scorretti da porta di alcuni Enti.

«Succede infatti – dichiara il Vice Presidente dell’AnciSicilia, Paolo Amenta – che molti Comuni si sono ridotti ad utilizzare i fondi erogati periodicamente da Prefetture e Ministero dell’Interno per l’attività del Terzo Settore nella gestione di Comunità per minori e Sprar, per pagare gli stipendi dei propri dipendenti, dimenticando che queste strutture da mesi, in alcuni casi da 6/8 mesi, aspettano proprio queste somme per corrispondere le spettanze ai loro dipendenti. Causando così altri drammi in un settore sensibile, come quello sociale, che garantisce servizi importanti al sistema degli Enti Locali.

Di fatto – continua Amenta – per l’anno in corso, dei 360 milioni di euro relativi alla Quota Corrente, dei 115 milioni delle Quota Capitale, e dei 200 milioni del Fondo di Riequilibrio per il personale (i contrattisti per intenderci), la Regione ha trasferito ai Comuni appena 55 milioni della Quota Corrente e 80 del Fondo di riequilibrio.

Se a ciò si aggiunge l’oltre il 50% di evasione della Fiscalità Locale in Sicilia (che di fatto sostituisce i trasferimento dello Stato) dove è in crescita la povertà, ci si rende conto come I Comuni siano ormai alla morte. E con essi quanti, tra cooperative sociali, imprese, fornitori, gravitano nel sistema della pubblica amministrazione, tagliati come sono anche dal sistema bancario che non garantisce più crediti.

Con un quadro del genere arriva l’ulteriore mazzata di una rendicontazione dei Fondi europei che non potrà essere effettuata entro il 31 Dicembre, con il rischio di dover restituire almeno un miliardo e 200 milioni, e il rimborso almeno del 50% dei pagamenti effettuati.

Insomma – aggiunge ancora Amenta – la situazione finanziaria del sistema territoriale è veramente ad un passo dalla tragedia. L’unica a non rendersi conto di ciò è la politica regionale, il Governo e il suo Presidente, che continuano a giocare sugli assessorati e gli scontri interni ai partiti, a tal punto di essere riusciti a spostare l’importante incontro romano tra Stato e Regione sulla situazione finanziaria della Sicilia.

E allora – conclude Amenta – o in tempi brevi la politica e il Governo regionale chiamano per un confronto tutti gli attori, dai Comuni, al terzo Settore al Sistema delle imprese, o lo scontro e la paralisi dell’Isola sarà inevitabile. E i segnali per riprendere il filo della questione come Anci li abbiamo indicati da tempo, e vanno attuati entro il 31 Dicembre 2015: 1) Saldo dei trasferimenti della Quota in conto capitale; 2) totale completamento dei trasferimenti del Fondo di Riequilibrio per il personale per garantire gli stipendi dei contrattisti; 3) proroga di qualche mese della rendicontazione dei Fondi europei, per evitare di perderli e doverli restituire.

Il resto sono tutte chiacchiere e chi continua a giocare sulla pelle dei siciliani dovrà assumersene le responsabilità».

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