Acate. Convegno sulla fecondazione eterologa.
Redazione Due, Acate (Rg) 3 dicembre 2015.- Quesiti, dubbi e perplessità sulla fecondazione eterologa sono stati oggetto di un interessantissimo convegno, organizzato dalla dottoressa Rosaria Guccione, presso il castello dei Principi di Biscari ad Acate, con il patrocinio del Comune, del Kiwanis Club di Comiso e dell’Università degli Studi di Catania e con il contributo della farmacia Puglisi di Acate. Dopo i saluti istituzionali da parte dell’assessore ai Servizi Sociali, Isaura Amatucci, essendo il sindaco Raffo fuori sede per impegni istituzionali, la quale ha tenuto a sottolineare i molteplici progressi fatti recentemente dalla scienza evidenziando, però, “che non bisogna dimenticare che tutto deve andare di pari passo con la fondamentale caratteristica dell’uomo che è l’etica”, è stata la volta del presidente del Kiwanis Club di Comiso, Giuseppe Raffa. “Sia come presidente del Kiwanis che come pedagogista- ha sottolineato Raffa- ho accolto con piacere l’invito a partecipare a questo convegno la cui tematica è di grandissima attualità. Il Kivanis. da sempre, offre i propri contributi non solo dal punto di vista economico ma anche organizzativo a tutto ciò che riguarda tematiche legate all’infanzia, all’adolescenza ed alle famiglie, pertanto, mi è sembrato corretto aderire a questa iniziativa in quanto, la genitorialità in genere, e queste nuove tecniche di procreazione assistita, fanno anch’esse parte delle nostre iniziative sociali”. Una dettagliata introduzione ai successivi interventi degli illustri relatori presenti al convegno, è stata esposta dalla dottoressa Rosaria Guccione, curatrice ed organizzatrice dell’evento, nonché studiosa di Filosofia Morale. “Negli ultimi decenni- ha evidenziato la dottoressa Guccione- la scienza è riuscita a superare limiti inimmaginabili. La ricerca scientifica ha varicato soglie nascoste alla stessa umanità, pertanto la fecondazione artificiale e la contraccezione sono diventate due invasori della sessualità, poiché separano la sessualità dalla procreazione. Il progresso della scienza, purtroppo, ha trovato una umanità impreparata alle informazioni scientifiche, pertanto al progresso tecnico non ha fatto seguito una adeguata conoscenza politica e sociale”. “Gli avvenimenti fantasiosi che periodicamente arrivano dai laboratori medici ai mass media- ha continuato la relatrice- incidono in modo considerevole sui nostri punti di riferimento senza che nel frattempo se ne sostituiscano altri. Il complesso discorso sulla fecondazione eterologa pone alla bioetica, al legislatore, alla scienza, alla psicologia, all’antropologia, cioè ad ogni uomo, degli interrogativi inquietanti a cui il legislatore è chiamato a mettere ordine”. Quindi la dottoressa Guccione ha posto al pubblico presente alcuni fondamentali interrogativi. “Un figlio adottato o nato dalla fecondazione eterologa ha il diritto di sapere le sue origini? E una madre naturale o un donatore di gameti (gamete: cellula germinale che durante il processo di riproduzione sessuata si fonde con un altro gamete, dando così luogo alla fecondazione. N.d.a.) ha il diritto di restare anonimo? Tentiamo di rispondere al primo interrogativo. Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Sono interrogativi che prima o poi ci poniamo tutti perché nessuno di noi sa perfettamente chi sia, anche quando di sicurezze ce ne sono tante. Fin da bambini genitori e parenti ci ripetono che somigliamo alla nonna o alla zia e che il nostro sorriso è quello del papà o della mamma. Immaginiamo che cosa può accadere a chi adottato o nato grazie alla fecondazione eterologa, di sicurezze ne ha poche e spesso deve fare i conti da piccolo con segreti e bugie. Il bambino ha due genitori che lo vogliono bene ma che cosa è successo prima? quale Dna si porta dentro? Il problema dell’accesso alle proprie origini è un dilemma perché se è vero che un figlio ha il diritto di sapere le proprie origini per consolidare la propria identità è anche vero che non è facile capire che cosa si intenda esattamente quando si parla di origini: quelle biologiche? Quelle sociali? Quelle giuridiche? La Consulta di Bioetica non ha dubbi, il problema dell’accesso alle proprie origini non è una questione di codice genetico o di identità biologica è piuttosto una questione di senso e di direzioni di radici e di memoria. Conoscere le proprie origini significa permettere loro di accedere alla propria storia parentale. Quando c’è un segreto familiare è difficile dare un senso al malessere che ci si porta dentro”. “Alcuni psicologi- ha pertanto concluso la dottoressa Guccione- suggeriscono di raccontare ai propri figli come sono venuti al mondo, svelando il segreto di quel certo protagonista che ha contribuito a farli nascere. La difficoltà di rintracciare i donatori, il problema dell’anonimato, evidenziano come la fecondazione eterologa è qualcosa di sostanzialmente diverso dalla fecondazione omologa (la fecondazione omologa consiste nella fecondazione artificiale, realizzata in laboratorio con ovuli o spermatozoi appartenenti biologicamente alla coppia. N.d.a.). ma di ciò si parla poco, non c’è un confronto serio che sia in grado di risolvere il dilemma esistenziale davanti al quale la fecondazione eterologa ci pone. Tutto ciò che è tecnicamente possibile deve essere fatto? Dobbiamo lasciare che sia la tecnoscienza e non più l’etica a dirci ciò che è lecito e ciò che non lo è? Proprio il grande sviluppo presente e futuro delle biotecnologie è destinato a rendere questi interrogativi sempre più rilevanti?”. L’aspetto, prettamente, scientifico della fecondazione eterologa è stato invece trattato dal dottor Giovanni Busacca, Dirigente Medico del reparto di Ginecologia dell’ospedale Guzzardi di Vittoria, il quale si è soffermato sulla “Procreazione Medicalmente Assistita (P.M.A.) prima, dopo la Legge 40/2004 e oggi”, definendo la fecondazione eterologa “un valore aggiunto, sempre dal punto di vista scientifico, alla fecondazione artificiale omologa in quanto nella fecondazione artificiale omologa si utilizzano dei gameti maschili e femminili invece, nella fecondazione eterologa vengono utilizzati al contrario gameti da parte di donatori”. Il professore Giovanni Di Rosa, Ordinario di Diritto Civile nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania, ha, invece, relazionato su “I nodi problematici della disciplina in tema di Procreazione Medicalmente Assistita”. Ed infine il professore Gaetano Vittone, Associato di Filosofia Morale nel Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania, ha trattato l’argomento relativo a, “Etica e diritto alla genitorialità”. La fecondazione eterologa è una delle diverse forme di procreazione medicalmente assistita. Si ricorre a questa tecnica quando uno dei due genitori è sterile e, per arrivare a una gravidanza, occorre usare un gamete, un ovulo o uno spermatozoo, di una terza persona, cioè il donatore. Fino al 2004 in Italia era possibile accedere alla fecondazione eterologa, purché il donatore fosse anonimo e la donazione di ovuli o spermatozoi non avvenisse in cambio di denaro. Nel riordino di tutta la normativa, sfociata nella legge 40, si è deciso di vietare il ricorso alla fecondazione eterologa considerata il preludio a pratiche di eugenetica, ovvero di selezione artificiale dei gameti per ottener bambini “su misura”. L’anno successivo all’approvazione della legge 40, fu indetto un referendum promosso dai Radicali e dai partiti laici di centro-sinistra per abrogare la normativa. In particolare, la fecondazione eterologa era stata inserita nel quesito numero quattro. A causa della scarsità di voti non si raggiunse il quorum e quindi la legge rimase in vigore fino a quando la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa, aprendo di fatto le porte all’utilizzo di questa tecnica anche in Italia.