Caso Regeni. Noury (Amnesty International): “Italia metta da parte interessi economici e cerchi verità”
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito al caso di Giulio Regeni.
“Il governo italiano –ha affermato Noury- ha l’obbligo di pretendere la verità sul caso Regeni. E per verità non intendo una versione ufficiale, ma la verità. Quando i governi s’illudono di poter coltivare interessi economici a scapito di diritti umani, tutto va bene per loro finchè il morto non ce l’abbiamo noi. Se finora abbiamo tollerato che migliaia di egiziani facessero la stessa fine di Regeni, questa volta credo il governo debba fare due conti e capire se i diritti umani debbano essere sacrificati di fronte a interessi economici o se c’è una via di mezzo tra politica economica e politica etica”.
“Il rischio –ha spiegato Noury- è che si prenda per buona una versione ufficiale che sicuramente ammetterà la responsabilità di qualcuno che risponde all’apparato dello Stato egiziano, ma che si tenderà a circoscrivere utilizzando luoghi comuni come le ‘mele marce’ o le ‘pecore nere’, senza risalire fino alla catena di comando. La tortura è un fatto all’ordine del giorno in Egitto e non da oggi. Magari le stesse persone che torturavano sotto il governo di Mubarak, ora stanno torturando sotto il comando di Al Sisi, questo è il risultato dell’impunità. Oggi l’Egitto è un Paese simile al Messico, con i cadaveri trovati per strada con segni di torture, con l’impunità che supera il 90%, con casi di sparizione. Questo è l’Egitto di Al Sisi, cui l’Italia ha continuato a mandare armi. E’ la politica utile contro la politica etica”.