Certificati attività sportiva non agonistica: Non sempre sono necessari e abuso aumenta spesa sanitaria pubblica e dei cittadini
CERTIFICATI MEDICI PER SPORT NON AGONISTICO: NON SEMPRE E’ NECESSARIO E ABUSARNE CREA SOLO MAGGIORI SPESE ALLA SANITA’ PUBBLICA E AGLI STESSI CITTADINI. IERI MOMENTO FORMATIVO VOLUTO DALL’ASP E COORDINATO DAL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI IBLEI
RAGUSA – Il certificato medico per attività non agonistica non è sempre necessario. In una deregulation totale, in cui un numero esagerato di certificati accresce la spesa sanitaria e anche dei cittadini, ieri si è cercato di far chiarezza attraverso una giornata formativa promossa dall’Asp di Ragusa, presso la sede del Dipartimento di Prevenzione, con il coordinamento dell’Ordine dei Medici della provincia di Ragusa e del suo presidente Salvatore D’Amanti. L’evento, che si inseriva nel corso di formazione sulla Medicina dello Sport rivolto al personale medico e paramedico, ha voluto fare chiarezza sulle nuove norme in merito alla certificazione medica per l’attività sportiva non agonistica. A relazionare sono stati il dottor Gaetano Iachelli, responsabile del servizio di medicina dello sport dell’Asp, il dottore Emanuele Bocchieri, medico dello sport, e il dottore Alessandro Tumino, medico di famiglia, mentre il presidente dell’Ordine dei Medici, Salvatore D’Amanti, ha coordinato i lavori. Al centro del dibattito il decreto del Ministero della Salute dell’8 agosto 2014. Si è cercato di spiegare innanzitutto la definizione di attività sportiva non agonistica, approfondendo su chi deve fare i certificati, quindi chi sono i medici certificatori, la periodicità dei controlli e la validità del certificato, oltre alla richiesta di alcuni esami clinici necessari per il rilascio di tale documento. In particolare è stato spiegato che il decreto è stato emanato anche per contrastare la proliferazione di accertamenti clinici e diagnostici conseguenti all’aumento delle certificazioni medico-sportive inappropriate che creano inefficienze nel sistema sanitario, oneri a carico dei cittadini, grave diminuzione dell’avviamento e mantenimento nella pratica sportiva soprattutto per le fasce più disagiate della popolazione. E’ stato inoltre chiarito che nonostante alcune strutture sportive, palestre o piscine, per poter effettuare l’iscrizione chiedono ancora un certificato medico, questo in realtà non è necessario. Spesso infatti, hanno spiegato i relatori, lo fanno pensando di essere tutelate in caso di incidenti o malori avendo in mano «un pezzo di carta firmato dal medico», una convinzione che però è sbagliata. L’incontro è stato quindi molto utile per spiegare, fra l’altro, quali sono le categorie che devono fare necessariamente il certificato. Nell’elenco risultano innanzitutto gli alunni delle scuole che svolgono attività fisico-sportive organizzate al di fuori dall’orario di lezione (le cosiddette attività parascolastiche) o che partecipano a giochi sportivi studenteschi nella fase che precede quella nazionale e poi tutti quelli che frequentano palestre e che fanno sport con società affiliate al Coni, mentre chi svolge attività ludica e amatoriale non deve fare il certificato. Un altro quesito chiarito durante il dibattito è stato quello relativo ai medici abilitati a fare i certificati. Per quanto riguarda il medico di medicina generale, può farlo solo per i propri assistiti, il pediatra di libera scelta solo per i propri assistiti, mentre per tutte le altre categorie, sono abilitati a fari i certificati sia il medico specialista in medicina dello sport che i medici del Coni. È importante infine sapere che il certificato ha validità annuale con decorrenza dalla data di rilascio. Ancora una volta la collaborazione tra l’Asp di Ragusa e l’Ordine dei Medici ha creato un momento di approfondimento e di discussione interessante per fare chiarezza su un settore che alla luce delle nuove normative presentava molti dubbi, fornendo ai propri iscritti ed in generale ai cittadini un servizio di informazione e formazione importante.