Roma. Scoperte 283 attività irregolari: evaso un milione di euro
ROMA – Nascosti tra le fitte maglie dell’illegalità, migliaia di improvvisati operatori del turismo accolgono, ogni giorno, fiumi di pellegrini e visitatori, offrendogli, per soddisfare la loro necessità di alloggio, sistemazioni spesso fatiscenti, talvolta pericolose e, comunque, totalmente sconosciute al Fisco.
Ad indirizzare i controlli verso le più pervicaci forme di illegalità è ora disponibile, per i Finanzieri del Comando Provinciale Roma, un applicativo informatico “scova evasori” che, in pochi istanti, incrocia i dati delle offerte formulate in rete – oramai la principale regolatrice del mercato – ne identifica i titolari, associandovi i rispettivi dati fiscali e, analizzando consumi ed altre informazioni, restituisce una lista di “pirati” dell’ospitalità ordinata per criteri decrescenti di pericolosità.
Grazie a questo prezioso supporto, in pochi giorni, i Finanzieri del Comando Provinciale hanno effettuato 90 controlli ad altrettante strutture ricettive, selezionate con tale nuova procedura, riscontrando, nel 70 % dei casi, l’effettiva assenza di autorizzazioni e la totale evasione d’imposta, talvolta addirittura risalente a tre/quattro anni addietro.
La rilevante differenza con il passato risulta evidente confrontando la percentuale di irregolarità che emerge dai controlli fatti dall’inizio del Giubileo Straordinario della Misericordia che, seppur forieri di risultati più che soddisfacenti, hanno confermato la bontà della selezione nel 35 % dei casi.
Complessivamente, dall’8 dicembre 2015, sono state controllate 494 attività di cui 283 con esito irregolare, contestando sanzioni amministrative per € 400.000 e segnalando redditi evasi per un milione di euro.
Ben 52 gestori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per non aver comunicato le generalità degli ospiti alle autorità di Pubblica Sicurezza, impedendo, in un periodo di massima allerta per l’ordine pubblico, il monitoraggio delle persone, soprattutto straniere, soggiornanti nella Capitale.
In 19 casi, rispondenti alle caratteristiche di affittacamere, laddove non anche di veri e propri alberghi – strutture per le quali è prevista l’adozione di un impianto contabile adeguato alla produzione di reddito d’impresa – è stata proposta all’Agenzia delle Entrate l’apertura d’ufficio della partita IVA. Le posizioni totalmente irregolari sono state segnalate alla Direzione Turismo di Roma Capitale per l’adozione dei provvedimenti di cessazione.
L’attività ispettiva ha fatto emergere il particolare modus operandi di alcuni albergatori che, per ampliare la capacità ricettiva della propria struttura senza Baumentare il reddito dichiarato, fanno figurare come proprie pertinenze esterne vari Baffittacamere e B&B, prossimi alla sua sede principale ma, di fatto, autorizzati dal Comune in capo a più individui, nella maggioranza dei casi stranieri o familiari.
Il valore aggiunto delle operazioni che la Guardia di Finanza può fare è quello di accedere nelle strutture con i poteri che le sono riconosciuti dalla normativa tributaria che, anche in casi di abitazioni private parzialmente riconvertite a B&B, le consente, con l’autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, di entrare in tali locali, seppur ancora abitati dagli improvvisati albergatori, per la ricerca di dati ed elementi adoperabili per la ricostruzione della relativa evasione fiscale.
Forme di costruttiva collaborazione sono, poi, state avviate con Enti locali e associazioni di categoria per la collazione di elementi informativi su soggetti operanti nel variegato mondo dell’illegalità.