Ragusa. Ragusa in movimento e Area iblea: “Commercianti centro storico superiore costretti a chiudere a causa della microcriminalità?”
COMMERCIANTI DEL CENTRO STORICO SUPERIORE COSTRETTI A CHIUDERE A CAUSA DELLA MICROCRIMINALITA’? RAGUSA IN MOVIMENTO E AREA IBLEA PEPPE MARINO TORNANO A SOLLECITARE IL SINDACO PICCITTO: “E’ URGENTE INDIVIDUARE INIZIATIVE CONCRETE PER USCIRE FUORI DA QUESTO TUNNEL CHE SEMBRA UNA STRADA SENZA RITORNO”
RAGUSA – “La preoccupazione manifestata da commercianti e cittadini residenti nel quadrilatero del centro storico compreso tra via Mario Leggio, via Coffa, via Sant’Anna e via Hodierna non era, purtroppo, campata in aria come testimoniano i continui episodi di microcriminalità che si registrano con cadenza quasi quotidiana. Stiamo rischiando di impoverire ancora di più il tessuto produttivo del nostro centro storico che già era ridotto ai minimi termini”. E’ la riflessione fatta dalle associazioni “Ragusa in movimento” e “Area iblea Peppe Marino” dopo le fondate preoccupazioni manifestate da alcuni commercianti che, avendo subito una serie di furti, si dicono addirittura costretti, se continua così, a chiudere non potendo reggere da una parte i morsi della crisi e dall’altra i danni provocati dall’attività delinquenziale. “Riteniamo alquanto allarmanti – affermano i componenti delle due associazioni – le riflessioni formulate da alcuni operatori commerciali che, giustamente, non possono reggere il continuo peso derivante da tutta una serie di problematiche non da poco che mettono a rischio la loro tenuta e la stabilità economica. Torniamo, per questo motivo, a rivolgerci al sindaco affinché individui le giuste soluzioni per potere individuare la strada più opportuna allo scopo di fare uscire il centro storico da questo tunnel, imboccato già da tempo, e che non vorremmo si trasformasse in una strada senza ritorno. Ragusa ha bisogno di ritornare una città tranquilla, com’era un tempo. E per questo è necessario che le rappresentanze istituzionali possano interagire con le forze dell’ordine e trovare, creando le opportune reti, le occasioni di collaborazione per togliere spazio alla microcriminalità che, altrimenti, si approprierebbe in maniera definitiva di questi siti. E non dobbiamo consentire che ciò accada”.