Ragusa. Sabato convegno promosso sugli effetti e l’impatto nel settore del nuovo codice degli appalti
Sabato a Ragusa un convegno promosso da Cna costruzioni con la presenza della deputazione nazionale dell’area iblea. Sono state invitate a partecipare le stazioni appaltanti
RAGUSA – Sono ancora tutti da decifrare l’impatto e gli effetti riguardanti l’attuazione delle norme riguardanti il Nuovo codice degli appalti pubblici che è stato emanato di recente. Sarà questo l’interessante argomento al centro del convegno promosso dalla Cna costruzioni in programma sabato 8 ottobre a Ragusa a partire dalle 9,30 nella sala conferenze “Pippo Tumino” della sede Cna di via Psaumida 38. Sarà prioritariamente focalizzato sull’impatto nell’attività delle Pmi operanti nella filiera delle costruzioni l’attuazione di quanto previsto dal Nuovo Codice degli Appalti. All’appuntamento interverranno i parlamentari nazionali Giovanni Mauro (senatore), Venera Padua (senatrice), Marialucia Lorefice (deputato), Nino Minardo (deputato). Sono state invitate a partecipare le stazioni appaltanti della provincia di Ragusa. “La forza del settore in Europa – chiariscono dalla Cna – è rappresentato da 3,5 milioni di imprese. Fino ad oggi il comparto si è retto sulle grandi imprese che subappaltavano i lavori: questo ha prodotto scarsa evoluzione anche formativa del comparto, politiche del massimo ribasso e realizzazioni di opere spesso di scarsa qualità”. Quali, allora, le soluzioni? “Favorendo e incentivando le Pmi – dice Vittorio Schininà della Cna costruzioni – si riparte dal basso, dalla formazione, dalla crescita, dalla qualità: siamo noi piccole imprese che mettiamo i mattoni uno sull’altro. Basti pensare che il settore delle costruzioni in Italia vale 165 miliardi. Ogni miliardo investito ne genera 3,5 nei settori collegati creando 15.500 nuovi posti di lavori. Ecco perché l’Italia dovrebbe avviare un programma straordinario di opere pubbliche e interventi infrastrutturali per rilanciare l’economia, invertendo una rotta che si muove invece nella direzione diametralmente opposta: gli investimenti in infrastrutture, dal 2008 ad oggi sono calati da 35 a meno a 18-20 miliardi. È importante inoltre completare il processo di qualificazione e razionalizzazione del settore, già previsto dal Codice – riducendo le stazioni appaltanti, che oggi sono 32.000 e che non riescono a garantire sempre efficienza e professionalità”.