Catania, 3 novembre 2014 – “Il notevolissimo incremento delle presenze e degli incassi nei musei catanesi è frutto di quella nuova visione delle politiche culturali che stiamo attuando per la piena valorizzazione dell’inestimabile patrimonio della nostra città”. Con queste parole il sindaco di Catania Enzo Bianco ha presentato i dati, elaborati dall’Assessorato ai Saperi e alla Bellezza condivisa, e chetestimoniano una crescita tra il 55,6 e il 59,7 per cento delle visite e tra il 35,2 e il 59,1 per cento degli incassi per i nostri musei. Il museo civico del Castello Ursino è stato infatti visitato nel 2012 da 19.183 persone, con un ricavo di 79.254 euro. Nel 2014 – è stato escluso il 2013 in quanto la giunta Bianco fu operativa soltanto dal mese di luglio – i fruitori erano 29.849 e gli incassi di 126.112 euro. Nei musei Belliniano ed Emilio Greco i visitatori sono stati invece nel 2012 3.148 con un incasso di 7.724 euro e nel 2014 sono saliti a 5026 con introiti per 10.440 euro. E non è tutto: i dati del 2014 si fermano al mese di settembre, ma poiché il trend positivo continua è lecito credere che il bilancio finale sarà ancor più positivo. “Aver mutato i musei – ha sottolineato Bianco – che si trovano tra l’altro all’interno di alcuni tra i monumenti più insigni di Catania, da spazi meramente espositivi in veri e propri centri di offerta e persino di produzione culturale, ha appassionato i Catanesi che stanno acquistando una sempre maggiore consapevolezza del fascino di vivere questi incantevoli gioielli. E della possibilità di godere dei cosiddetti riferimenti culturali secondari: memorie della nostra storia, dell’arte, della letteratura, della musica, che hanno contribuito al successo delle diverse iniziative organizzate all’interno dei musei. In un anno oltre 200 eventi si sono svolti nei nostri musei, con la straordinaria partecipazione popolare di cui parlavo, ricordiamo i 13.000 partecipanti alla ‘Notte europea della cultura’, ma anche con un pieno coinvolgimento degli operatori culturali catanesi e in coordinamento con altre istituzioni pubbliche come l’Università e il Cnrm o private, come il Fai, secondo lo spirito delle nuove politiche culturali”. L’assessore Licandro ha sottolineato come quella dei musei a Catania sia stata una piccola, silente, rivoluzione, che ha anticipato diverse delle misure previste dal cosiddetto Decreto Franceschini. Tra queste l’orario continuato dalle 9 alle 19, senza il tradizionale giorno di riposo settimanale, che ha riallineato Catania agli standard delle principali città europee; larimodulazione del piano tariffario, con riduzioni e agevolazioni per studenti e giovani e ticket per gli over 65; gli eventi culturali (teatro, musica, mostre, reading, intrattenimento, presentazioni di libri, rassegne letterarie, ecc.) all’interno dei musei; l’adesione alle campagne nazionali (Notti al Museo; Giornate Europee della cultura; Domenica al museo, visite guidate, ecc.), con orario prolungato sino alla mezzanotte. “Le rassegne senza soluzione di continuità – ha spiegato Licandro – hanno poi consentito di realizzare, per quanto in embrione, un processo didestagionalizzazione che ha avuto ricadute turistiche significative, come risulta dal report Expo presentato questo mese e che vede Catania al settimo posto in Italia, davanti a città come Firenze e Bologna”. L’Assessore ha sottolineato inoltre che, sebbene in questi ultimi anni si sia parlato, anche con eccessiva enfasi e con un approccio economicistico, di industria culturale, si è ritenuto di non smarrire comunque la ‘cifra’fondamentale della ‘risorsa cultura’, cioè la formazione. “Così – ha detto Licandro – il cartellone della rassegna ‘Estate in città’ ha previsto ben 90 laboratori per bambini, impegnati dalle 8,30 alle 13 in attività formative riguardanti storia, arte, musica, ecc. Anche in questa sperimentazione virtuosa pubblico-privato, il gradimento è stato altissimo e ne è emerso appieno il valore sociale per le famiglie”.
Di Rino Durante
Rino Durante, giornalista professionista. Inizia la carriera giornalistica nel 1977 come collaboratore sportivo della redazione siracusana de "La Sicilia" diretta dall'allora caposervizio Pino Filippelli. Nel 1980 iscrizione all'albo dei giornalisti nell'elenco dei pubblicisti. Nei prima anni dell'attività è stato corrispondente da Siracusa de "La Gazzetta dello Sport", nominato dall'allora direttore Candido Cannavò. Dai primi Anni Ottanta viene nominato da Domenico Tempio corrispondente da Siracusa di Antenna Sicilia. Come cronista televisivo si occupa anche di cronaca nera, giudiziaria e politica. Settori di cui si occuperà in seguito anche come giornalista della carta stampata. Nel 1992 sostiene a Roma, con esito positivo, gli esami per giornalista professionista. Una volta andato in pensione Pino Filippelli, per decisione del direttore Mario Ciancio e dell'allora redattore capo centrale Domenico Tempio, assume la direzione della redazione siracusana de "La Sicilia". Nel giugno del 1996 viene trasferito a Ragusa, dove fino al dicembre 2010 svolge la propria attività giornalistica come caposervizio e responsabile della redazione provinciale iblea de "La Sicilia".