Parità di “genere”, la poesia ci prova
Rosalba Di Vona (poetessa)
Sora, 4 novembre 2014 – Di solito evito di partecipare ai concorsi di poesia in qualità di giurata, è’ una grande responsabilità. La stessa poesia, letta in momenti diversi e stati d’animo diversi, offre sempre letture diverse, essa, a mio parere andrebbe giudicata solo dalle emozioni che ne traggono i lettori. Però, quando la poetessa Li Manni mi ha proposto di partecipare al concorso “Inchiostro e Anima” evidenziandone il tema non ho saputo dire di no. L’argomento non poteva essere ignorato, dovevo assolutamente partecipare altrimenti mi sarei sentita complice di un sistema sbagliato. Le finalità del concorso stesso, erano talmente nobili, che non mi sono sentita di rifiutare. Quindi, anche se oberata da altri impegni ho accettato volentieri. Ormai non c’è giorno che i media non parlino di violenza contro le donne, una triste realtà sempre esistita, ma che negli ultimi tempi per fortuna, è al centro dell’attenzione pubblica oltre che della magistratura. Ci vantiamo di esserci civili e di essere sempre più tecnologici, ma non ci accorgiamo che, contrariamente a ciò che pensiamo, siamo sempre meno civili. Mi riferisco esplicitamente al problema della violenza sulle donne. Il problema che non tutte le donne trovino la forza ed il coraggio di denunciare le violenze subite, è un sintomo dei tempi ed è gravissimo; certamente non aiuta. Alle donne In passato non era concesso neppure di potere esprimere le proprie idee, non era loro consentito il diritto alla cultura, e venivano considerate “nullità” rispetto all’uomo. Ora le condizioni sono cambiate, anche se restano ancora molti nodi da sciogliere. Per raggiungere lo stato attuale molto si è lottato eppure, certi fenomeni restano, tanto che, la violenza maschile sulle donne è un argomento che continua a far paura. Siamo portati a sottovalutarlo, forse per esorcizzare il problema. Fino a qualche anno fa, in Italia, chi uccideva la moglie per gelosia se la cavava con pochi anni grazie al così detto “ delitto d’onore” una vergogna tutta e solo italiana. Oggi, anche se giuridicamente questa legge è stata abolita, si tende a sminuire gli episodi di violenza, barattondoli per gelosia e raptus. Tutto questo non ci fa certamente onore. Sensibilizzare gli animi, esaminare il vergognoso fenomeno a 360 gradi, è quello che ha fatto e sta continuando a fare, una associazione denominata “La carovana degli artisti”, proprio con il concorso “Inchiostro ed Anima”. Ho avuto l’onore ed il piacere di leggere le poesie in concorso e devo dire che di emozioni ne ho provate tantissime. Un mezzo di denuncia nuovo ma efficace, la poesia. Essa chiede giustizia, tra versi intrisi di tristezza, speranza, dolore e desiderio, il desiderio di rivalsa e che qualcosa di nuovo accada, per fronteggiare il fenomeno. Sono tantissimi poeti che hanno rotto un silenzio assordante e insidioso, che nuoce persino di più dei fatti stessi.