l M5S all’Ars scrive altra importante pagina a sala d’Ercole. Dopo parte degli stipendi rinuncia pure alla pensione/vitalizio
PALERMO – I deputati 5 stelle all’Ars scrivono un’altra importante pagina nella storia di uno dei Parlamenti più antichi del mondo. E lo fanno con l’atto che probabilmente sarà gradito ai siciliani più di qualsiasi altra legge uscita da sala d’Ercole: la rinuncia al vitalizio vestito da pensione, uno dei privilegi della casta considerati tra i più odiosi dai comuni cittadini.
La notizia è stata comunicata dai 14 parlamentari M5S ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi a Palazzo dei Normanni.
Il diritto alla speedy-pensione, anche per i 5 stelle, come per gli altri inquilini di sala d’Ercole, sarebbe maturato tra qualche giorno: il prossimo 6 giugno, infatti, come da regolamento, con soli 4 anni, 6 mesi ed un giorno di permanenza all’Ars, per tutta la deputazione matureranno i requisti per la pensione, anche se, di fatto, l’assegno (di 1030 euro circa lorde al mese) i deputati lo potranno incassare a partire dal 65mo anno di età, se con una sola legislatura sulle spalle. Tale limite si abbassa di un anno per ogni anno passato tra gli scranni dell’Aula, fino al limite dei 60 anni. Ma, al contempo crescerà di importo. Niente a che vedere con le prescrizioni imposte ai “comuni mortali”, per i quali la pensione, più che un traguardo, comincia ad essere una chimera: i fortunati che arriveranno ad “acciuffarla” lo faranno alla soglia della vecchiaia, probabilmente fiaccati nel fisico e nello spirito e con oltre 42 anni di contributi sulle spalle.
Il M5S non si è limitato comunque alla rinuncia. Dal gruppo 5stelle è partito nei giorni scorsi l’ultimo assalto al fortino del privilegio, col deposito all’ufficio di presidenza dell’Ars di una proposta di modifica al regolamento pensionistico attualmente in vigore a palazzo dei Normanni. La proposta prevede l’applicazione della legge Fornero, come per tutti i cittadini, anche ai parlamentari, cancellando le loro ‘odiose’ pensioni-veloci.
Le speranze che all’ufficio di presidenza scatti il semaforo verde sono, però, prossime allo zero. “Poco male – commentano i deputati 5 stelle – probabilmente è ormai questione di mesi: se le urne ci daranno ragione, le speedy-pensioni hanno i mesi contati. Ad andare in pensione con la velocità della luce non saranno più i deputati, ma questo vergognoso privilegio”.
La rinuncia alle pensioni arriva per i deputati M5S dopo oltre 4 anni di pesanti decurtazioni dei propri stipendi e di tagli alle varie indennità di carica. A fine legislatura si dovrebbe arrivare ad una somma complessiva oscillante intorno ai 4 milioni di euro.
“È una bella somma – commentano i deputati – con la quale abbiamo finanziato numerosi progetti, alcuni dei quali di grande successo. L’obiettivo dell’operazione non è comunque solo economico. Devi dare forti segnali: se chiedi costantemente sacrifici alla gente, devi essere il primo a farli. Cosa che in politica non è mai avvenuta”.
Intanto in casa 5stelle è scattato il conto alla rovescia in vista del 6 giugno, ribattezzato giorno del privilegio o della verGOGNA. In quella data i parlamentari 5 stelle assieme a decine di attivisti e semplici cittadini terranno un sit-in a piazza del Parlamento per manifestare ai deputati e all’ufficio di presidenza tutto il loro disappunto per un privilegio durissimo a morire.
“La gente è invitata a partecipare – dicono i deputati M5S – a patto che, comunque, sia una protesta civile”.