Fondi Ue. Bordo (Pd): “ma quale ‘scippo’ al Sud, basta Regioni-lumaca”
Roma, 10 novembre 2014 – “Non c’e’ alcuno scippo dei fondi comunitari per 3,5 miliardi di euro a danno del Mezzogiorno” visto che questi soldi “sono presi dalle risorse che, al 30 settembre 2014, le Regioni non hanno ancora impegnato. In sostanza si va a pescare nella quota di co-finanziamento nazionale necessaria per realizzare gli interventi sostenuti dai fondi strutturali comunitari“. E’ quanto affermato, in un colloquio con la ‘Gazzetta del Mezzogiorno’, dal presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd.
Della programmazione 2007-2013 restano ancora da spendere 20,2 miliardi, di cui 15,3 nelle sole regioni meridionali. Ebbene “5 vanno certificati e spesi entro la fine di quest’anno e saranno probabilmente persi. Dunque e’ soprattutto l’incapacità di spesa delle Regioni meridionali, a eccezione di Puglia e Basilicata, il problema, non altro” ha spiegato Bordo. Per questo “ci dovremmo interrogare sulle incapacita’ di governo di alcuni enti, sulla mancanza di professionalita’ di molti funzionari pubblici in materia di programmazione piuttosto che polemizzare sul fatto che il governo abbia deciso giustamente, come d’altronde prevede una legge del 2012, di riprogrammare una parte della quota di co-finanziamento relativa ai fondi non spesi“.
Nella nuova programmazione il governo ha già deciso di ridurre dal 50 al 25% il co-finanziamento escludendo dal taglio le regioni virtuose nelle spesa, Puglia e Basilicata, e “ha assicurato che le risorse previste a titolo di cofinanziamento, che non saranno utilizzate per effetto della riduzione, rimarranno comunque a disposizione delle regioni alle quali erano originariamente destinate. Tutto cio’ dimostra che non c’e’ nessuno che ha in testa di sottrarre al Sud le risorse Ue oppure di utilizzarle come un bancomat per fare altro“.
Quanto all’articolo 12 dello ‘Sblocca Italia’, la norma “non conferisce al Presidente del Consiglio un potere discrezionale di riduzione del co-finanziamento nazionale ma, al contrario, consente di riprogrammare le risorse al fine di evitarne il disimpegno, sanzionando le regioni o amministrazioni inadempienti e avvantaggiando le regioni virtuose“. Il meccanismo “è stato peraltro chiesto dalla Commissione che presiedo, nel parere espresso sull’accordo di Partenariato 2014-2020, quale strumento di pressione sulle regioni che hanno registrato una cattiva performance nella programmazione precedente“.
Piuttosto, si faccia “ogni sforzo per svincolare le spese per investimento e la quota di co-finanziamento, necessaria per spendere le risorse europee, dal Patto di Stabilità. Questa battaglia ci consentirebbe di liberare diversi miliardi di euro” ha concluso Bordo.