Acate. “Vite nel vento” di Maria Giovanna Baglieri.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 21 settembre 2018.- E’ stato presentato eri sera ad Acate, presso la splendida coorte del settecentesco castello dei Principi di Biscari, alla presenza di un numerosissimo ed attento pubblico, il primo romanzo della professoressa Maria Giovanna Baglieri, dirigente scolastico in pensione, dal titolo: “Lives in the wind- Vite nel vento”. Ai lavori, coordinati dal professore Giovanni Lantino, hanno preso parte il sindaco di Acate, dottor Giovanni Di Natale, l’editrice Sonia Baglieri, l’attrice Matilde Masaracchio, la quale ha magistralmente interpretato alcuni passi del romanzo e la professoressa Maria Cristina Cardone che ha curato una profonda e dettagliata relazione sul romanzo e sull’autrice. “L’ispirazione per questo mio primo lavoro- ci spiega la professoressa Baglieri- è nata quasi casualmente. E’ una storia personale, straordinaria, affascinante, quasi fantastica raccontatami, nel corso di una comune vacanza, da una mia amica e riguardante il suo affascinate passato, il suo vissuto alla ricerca delle proprie origini familiari, a lei del tutto sconosciute. E’ la storia della sua famiglia, sconosciuta anche dagli altri suoi parenti, che ha preso il via dalla lontana partenza per l’Australia di una sua zia”. “Vicende che sembrano quasi inverosimili, inventate, romanzesche- continua l’autrice- Una storia di cui è venuta a conoscenza solo in età adulta in quanto i suoi genitori l’avevano sempre tenuta all’oscuro di tutto. Della sua famiglia, infatti, lei conosceva solo l’esistenza dei suoi genitori, fino a quando la mamma ha deciso di metterla al corrente sulle vicissitudini della famiglia, innescando in lei il desiderio di scoprire le proprie origini e le varie vicissitudini. Desiderio della ricerca di un passato ignoto che si è amplificato dopo la morte dei propri genitori”. Una storia, quindi, così intrigante, raccontata all’autrice, inizialmente, quasi in modo confidenziale e che progressivamente la indotta, lasciandola letteralmente sbalordita, a mettere nero su bianco, a renderla pubblica, data la sua straordinaria originalità e bellezza. Anche il titolo del volume, non è del tutto casuale. “Vite nel vento”, in quanto tutti i personaggi si ritrovano, come spinti da un vento impetuoso, sparsi un po per il Mondo con il comune desiderio di ritrovarsi un giorno. “Persone- sottolinea la professoressa Baglieri- che a causa di un particolare contesto storico, che fa loro da cornice, per varie vicende si ritrovano a vivere in varie parti del Mondo, dall’Australia all’ Italia, dall’Egitto a Israele alla Polonia. Hanno attraversato il Mondo come un vento impetuoso lasciandosi trascinare da esso alla disperata ricerca di una vita diversa, sicuramente più serena”. Un lavoro non certo facile, quello portato avanti dalla professoressa Baglieri. Lungo e complesso e non privo di difficoltà, in modo particolare quelle legate alla reciproca comprensione verbale. “Dal racconto verbale- ci spiega l’autrice- quasi occasionale, abbiamo iniziato ad instaurare, successivamente, un contatto epistolare, fatto di e-mail, più assiduo. La mia amica ha iniziato ad inviarmi ulteriori notizie in modo più dettagliato io le elaboravo, trasformandole in capitoli che le rispedivo. A tutto ciò bisogna aggiungere le difficoltà legate alla lingua. Lei, infatti, scriveva in inglese ed io invece le rimandavo il materiale elaborato in lingua italiana, con le reciproche difficoltà: lei nel comprendere l’italiano ed io l’inglese. Ho dovuto condurre anche delle ricerche storiche dettagliate finalizzate all’inserimento delle varie vicissitudini nel contesto storico che faceva loro da cornice. Una gestazione abbastanza lunga e complessa che, una volta ricevuto il benestare suo e dei suoi parenti, finalmente ho potuto pubblicare”. Una esperienza indubbiamente costruttiva per la professoressa Baglieri che, nel caso dovesse individuare in futuro altre situazioni che la colpiranno in modo particolare per la loro sensibilità ed originalità, la indurrà sicuramente a riprendere a scrivere anche se, come evidenzia lei stessa: “Mi piacerebbe, ma la scrittura è sofferenza ed ispirazione motivata”.