Acate. Chiesa Madre: “la Torre Campanaria presenterebbe segni di perdita di equilibrio statico”.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 29 agosto 2020.- Da parecchi giorni l’accesso allo scivolo per le persone disabili, ubicato in prossimità dell’ingresso laterale della Chiesa Madre di Acate, per la precisione quello lato Municipio, risulta chiuso da un nastro, generalmente utilizzato per segnalare un pericolo generico ed in ogni caso per impedire l’accesso. Detto nastro sarebbe collocato tra uno spigolo di una delle due Torri Campanarie della Chiesa e l’accesso allo scivolo. Considerate le recenti restrizioni dovute al Covid-19 si pensava che detta limitazione di accesso fosse dovuta alla purtroppo consistente diminuzione di accessi imposti all’interno della Chiesa durante le funzioni Sacre. Invece, in questo caso, il Covid-19 e la limitazione degli accessi sono del tutto estranei. Leggendo un articolo a firma del professore Attilio Leone pubblicato sulla pagina facebook: “Centro Viscarano di Studi Storici”, un sito di discussioni a carattere culturale, apprendiamo che il nastro di pericolo sarebbe stato sistemato in quanto, “la torre delle campane mostrerebbe dei segni di perdita dell’equilibrio statico che potrebbero farla piegare sul lato Ovest”. Sempre sulla pagina facebook del “Centro Viscarano di Studi Storici”, si legge ancora che, “il costo totale dell’indispensabile intervento di manutenzione e stabilizzazione si aggirerebbe sui 160.000 euro; la Diocesi di Ragusa ne avrebbe resi disponibili circa 90.000, mentre il resto dovrebbe essere elargito da qualche Ente e dai cittadini che vorranno contribuire con le proprie offerte”. Ma le sorprese non finiscono qua. Leggendo l’interessantissimo articolo veniamo a conoscenza di ”un’ altra chicca”, che probabilmente buona parte dei cittadini acatesi ignorano. “La nuova facciata della Chiesa Madre di Acate- si legge nell’articolo a firma del professore Leone- venne realizzata negli Anni Trenta del Novecento. Il progetto previde un prospetto imponente, nel quale svettano i due campanili laterali, uno dei quali ospita le campane, mentre l’altro ospita l’Orologio. La precedente facciata era bassa e di colore scuro. Il nuovo prospetto degli anni Trenta, invece, è in pietra bianca ed è caratterizzato dai due agili e alti campanili laterali, che fanno della Chiesa Madre di Acate un edificio di rilievo, visibile da grande distanza, che si erge imponente sopra l’abitato”. “La costruzione- continua l’articolo- venne realizzata dalla ditta ragusana Battaglia, di proprietà del fratello del noto costruttore acatese don Pippo Battaglia. Il prospetto, che coniuga elementi classici, archi a tutto sesto, pilastrini piatti con capitelli, con un senso della verticalità di impronta nordeuropea, sembra che sia stato disegnato dall’acatese Emanuele Leopardi, che poi venne conosciuto come “Nanè” e che possedeva capacità artistiche non indifferenti. Nel corso degli anni la facciata ha subito delle lievi modifiche: ad esempio, la croce in ferro che si erge al centro ha sostituito l’originaria croce in pietra. Le informazioni indispensabili per questo contributo ci sono state fornite dal signor Rocco Morando, restauratore, con altri cittadini, della Chiesetta delle Anime del Purgatorio e benemerito curatore del decoro del territorio urbano”. Si cari amici di Acate, avete letto proprio bene: Emanuele Leopardi, il clochard, il barbone, il mendicante conosciuto da tutti e rimasto nei ricordi di tutti come, “Nenè u pardu”. Mendicante per scelta, per assecondare il suo “Spirito libero” ma non per stato sociale. Come leggiamo infatti nel volumetto “La cassaforte della nostra memoria”, di Gaetano Angirillo, Pietro Mezzasalma ed Emanuele Ferrera, “Emanuele Leopardi era figlio di persone per bene. Il padre era impiegato esattoriale e proprietario terriero. Nenè era un buon pittore e sarebbe stato un discreto artista se non avesse preso il vizio di bere”.