Acate. Il Covid 19 ferma anche i riti della Settimana Santa ma non i “Setti Parti”, trasmesse in streaming.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 28 marzo 2021.- Dopo aver fermato i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, il “Coronavirus” o Covid 19, ferma anche i tradizionali Riti della “Settimana Santa”. Ma quest’anno il dottor Luigi Denaro, storico ed insostituibile regista della Sacra rappresentazione del Venerdì Santo, denominata “I Setti Parti”, di Alfonso Ricca, non si è voluto arrendere e, nonostante la cittadina iblea si trovi anche in Zona Rossa, ha deciso, unitamente alla sua compagnia teatrale, “Teatro Giovani”, di offrire agli acatesi una versione particolare della rappresentazione sacra. Nel pieno rispetto delle tradizioni acatesi ed allo stesso tempo in ottemperanza delle normative messe in atto per arginare la grave epidemia Covid 19, giorno 2 aprile, alle ore 20,30, sarà trasmesso, sulla pagina Facebook della Parrocchia San Nicolò di Acate, in diretta streaming, il Dramma Sacro i, “Setti Parti”. Una iniziativa proposta dal dottor Denaro ed accolta, subito, favorevolmente dal sindaco Di Natale e dalla Parrocchia. Il bravo regista ed i suoi attori, con notevoli sacrifici, per l’allestimento precario della Sacra Rappresentazione, in una delle Chiese della Parrocchia e non più sul tradizionale “Calvario” dell’omonima Piazza, hanno voluto rispettare questa antica, commovente ed attesa tradizione nonostante l’arrivo dell’epidemia abbia drammaticamente ed improvvisamente sconvolto la nostra vita. Pertanto, alfine di cercare di mitigare la grande nostalgia verso queste tradizioni, alle quali gli acatesi sono notevolmente legati, il dottore Denaro ed i suoi amici hanno pensato di rappresentare lo stesso, anche se in streaming, il Dramma Sacro quale importante segnale di speranza. Quasi interamente confermato il cast delle passate edizioni antecedenti il Covid, che comprende al suo interno validissimi artisti. Il Prologo sarà interpretato da Alessia Cona, Maria dall’attrice Matilde Masaracchio, Maddalena da un’altra attrice, Ambra Denaro, Giovanni da Domenico Venturella, Giuseppe dall’attore Sergio Spada. Nicodemo sarà interpretato da Salvatore Pepi, Misandro dal regista Luigi Denaro, Nizech da Matteo Tomasello, il Centurione da Mirko Pepi e Longino da Giuseppe Failla. Il coordinamento è affidato alla professoressa Graziella Pinnavaria, i costumi a Pina Scrofani, mentre le riprese video al cineoperatore Andrea Frasca e le luci e l’audio a Radiofranco Ragusa. La regia logicamente del dottor Luigi Denaro. Collaborazione straordinaria, invece, da parte del Maestro, Giuseppe Marino. Non potendoli vivere direttamente cerchiamo di ricordare con la nostra fantasia, in un viaggio nel passato, quelli che sono stati i Riti della Settimana Santa fino a due anni addietro. Con la benedizione delle Palme prendevano il via, anche ad Acate, i tradizionali riti della Settimana Santa che animavano giornate di fede e di festosità, di meditazione e di spettacolo, in una simbiosi che rendeva solo apparenti i contrasti. Riti, tradizione e cultura trovavano, infatti, una giusta mescolanza nelle varie processioni e rappresentazioni sacre che si susseguivano nel corso della Settimana Santa. Il primo appuntamento, dopo la domenica delle Palme, era quello del Mercoledì Santo con la processione del suggestivo simulacro del “Cristo alla Colonna”, riccamente adornato di fiori. La processione si articolava in due fasi. Alle 18,00 la statua, partendo dalla chiesa del Carmelo, in Piazza Crispi, raggiungeva la Chiesa Madre per le funzioni sacre del Mercoledì Santo, riproponendo, lungo il percorso cittadino, con lo straziante e lugubre acuto di una tromba ed il sordo rullare di un tamburo, che ispirano tanta pietà, la Via Crucis. Verso le 20,00, la statua del Cristo, portata a spalla dai giovani secondo una antica consuetudine, preceduta da una gran folla di fedeli muniti di grosse torce di cera, veniva riportata in processione fino alla chiesa del Carmelo con il sottofondo della marcia funebre eseguita dalla locale banda che accentuava, tutt’intorno, un senso di malinconia. Ma il giorno più atteso era senza dubbio quello del Venerdì Santo, quando sacro e profano si fondevano, anche se il primo aspetto riusciva sempre a sopravvalere sul secondo. Tra i riti sacri della Settimana Santa in Sicilia, quello del venerdì ad Acate, pur non essendo tra i più noti, era senza dubbio uno dei più suggestivi e spettacolari. Nel corso della mattina una lunga processione con il simulacro di Gesù che porta la croce sulle spalle, immutabile da decenni, si snodava lenta e solenne lungo le vie principali del paese, risalendo dalla Chiesa Madre fino al Calvario, eretto nell’omonima piazza. Lungo il percorso, una fanciulla del luogo, che impersonava la Veronica, asciugava il volto insanguinato del Cristo, il cui capo viene fatto reclinare in segno di ringraziamento. Ai Quattro Canti, invece, avveniva la scena più commovente, l’incontro della Madre Addolorata con l’Amato Figlio, che guardandola, alza per tre volte il braccio destro in segno di saluto. Sono pochi attimi, ma riuscivano a creare un’atmosfera surreale che inteneriva i cuori della gente. La Madonna, quindi, affranta, cede il passo al Figlio, fino al Calvario, dove il predicatore intratteneva la folla sul mistero della reincarnazione. La sera invece, sempre del Venerdì, con la sacra rappresentazione, comunemente detta “I Setti Parti”, veniva riproposta la Passione e Morte del Cristo. Il dramma, liberamente tratto con sostanziali modifiche sia al testo che alla scenografia, da un opera del barone vittoriese Alfonso Ricca, veniva interpretato da un’abile compagnia teatrale locale, costituita da giovani che ogni anno si impegnano per lungo tempo studiando parti e battute allo scopo di fornire alla finzione scenica la ricostruzione minuziosa del dramma di Cristo e diretta dal dottore Luigi Denaro. I protagonisti, romani e giudei, nella policromia dei tradizionali costumi, ricostruiti sui modelli dell’epoca attraverso un paziente lavoro di ricerca, riuscivano a rendere sempre più drammatica e reale la rappresentazione, offrendo uno spettacolo di grande suggestione e di rilevante coinvolgimento spirituale che riusciva a strappare autentiche lacrime di commozione ai numerosi spettatori. La giornata si chiudeva in modo solenne con la processione del Cristo Morto nell’Urna, che percorre all’inverso il tragitto della mattina, accompagnato anche da molti bambini che portavano dei caratteristici lampioncini illuminati multicolori. Una tradizione, quindi, che è riuscita ancora a sopravvivere ad Acate quando, per le mutate condizioni storiche e culturali, tante altre, sacre e profane, sono andate pian piano scomparendo, fermata, solo da un micidiale e violentissimo “virus” che, purtroppo, ci ha costretti, nella descrizione dei Riti Sacri, a parlare al passato, come se si trattasse di qualcosa di estremamente remoto. Ma non sarà così! Nel 2022 descriveremo nuovamente i Riti della Settimana Santa, usando questa volta il “presente”.