Acate. “SCRIPTA MANENT, VERBA VOLANT : SCRITTURA CREATIVA”. A cura della professoressa Giovanna Carbonaro e degli alunni del Comprensivo “Puglisi”
Giovanna Carbonaro, Acate (Rg), 1 dicembre 2021; “Scripta manent, verba volant” è una famossisima frase in latino, che oggi nell’era digitale e tecnologica, assume sfumature diverse e anche controverse. Da docente di Lettere, non posso che rifarmi al significato letterale ovvero che gli scritti rimangono (sono prove tangibili), le parole volano via (e spesso si perdono nell’etere). In quest’ottica, ho deciso di stimolare i miei allievi a produrre elaborati scritti, a coltivare la scrittura, mezzo comunicativo per eccellenza. Scrittura all’antica, carta e penna per intenderci. Per cui, nel corso dell’anno scolastico, una volta al mese, dedicheremo un’ora alla scrittura creativa con produzione di racconti brevi, che avremo il piacere di farvi leggere. Perchè la scrittura è vita e speranza e noi tutti in questo momento storico abbiamo bisogno di sperare.
Riportiamo di seguito quattro racconti brevi di quattro alunni della classe “I sez. D” della scuola secondaria di primo grado “A. Volta” di Acate (appartenente all’istituto comprensivo “Capitano Puglisi” di Acate).
RACCONTO BREVE: L’OMBRA OSCURA di S. C.
Mi svegliai di colpo. Ero molto spaventata. Vidi la sveglia…Erano solo le sei del mattino… Avevo sognato un’ombra oscura che mi buttava nel pozzo del mio giardino. Chiamai la mia amica, che era a letto, che mi rispose al telefono e mi tranquillizzo’ dicendo che era solo un sogno, ma io era certa che fosse reale. Mi risveglia alle sette e mi alzai dal letto; avevo sonno ed ero spaventata. Andai in bagno. Chiusi la porta e vidi la tenda della doccia chiusa. La aprii e mi ritrovai l’ombra del sogno. Urlai a squarcia gola e l’ombra sparì, ma la doccia era piena di sangue. Lo toccai ed era vero e richiamai la mia amica raccontandole tutto. Anche se non voleva farmelo capire, si sentiva dalla voce che non mi credeva e quindi mi vestii e andai a scuola. Non ascoltavo la lezione, pensavo solo a quell’ombra. Uscita da scuola andai dalla mia amica perchè pensavo che casa mia fosse infestata e non ci tornai per due giorni. Quando tornai a casa e aprii la porta trovai vetri rotti, oggetti a terra, ma soprattutto sangue ovunque. Mi girai per uscire ma la porta si chiuse dietro di me e non si apriva. Stetti girata verso la porta per quindici minuti ma quando mi girai visi sulla rampa delle scale l’ombra del sogno che scendeva piano piano. Iniziai a correre per tutta la casa. L’ombra iniziò ad inseguirmi ma dopo mezz’ora che correvo non la vidi più e mi rinchiusi in camera. Mi misi a piangere per ore e mi misi ad urlare. Ma niente…Dopo un bel po’ aprii la porta e sentivo solo il suono del mio respiro. Andai in bagno ovviamente, chiusi la porta a chiave e mi lavai la faccia. Poi chiusi gli occhi ma quando li aprii nello specchio c’era una scritta con il sangue…”Ti vedo!!!”. Richiusi gli occhi e quando li riaprii, mi ritrovai legata ad una sedia. Iniziai ad urlare e ad urlare ma nessuno mi rispondeva. L’ombra oscura apparve davanti a me e mi guardava. Mi sentivo soffocare e l’ombra oscura, dopo dieci minuti che mi guardava, mi slegò, mi prese per il braccio e mi butto nel pozzo del mio giardino… Ora sono un fantasma chaimata “la ragazza del pozzo” e farò soffrire tutte le persone che faranno del male alle ragazze come me.
RACCONTO BREVE: LA TERRA DI RE CARADOS DI F. M.
Re Carados era una persona nobile e il suo regno era gigantesco, ma aveva tante disgrazie, come l’invasione da altri regni. Un giorno arrivarano centinaia e centinaia di cavalieri ben armati e streghe e stregoni, che stavano incominciando a lanciare palle di fuoco. La città prese fuoco e tutti andarono a lottare contro l’esercito. Re Carados chiamò gli stregoni del regno che arrivarono immediatamente. Gli arcieri incominciavano a morire e i pochi rimasti stavano scappando a gambe levate ma morirono presto. Il regno ormai era circondato e alcune città erano state devatate. I cavalieri rimasti piangevano e gli stregoni erano senza forze. Re Carados, vedendo tutto ciò, andò a risvegliare i quattro draghi del regno. Fatto ciò, li attirò e li portò nel campo di battaglia. I cavalieri continuarono a combattere, ma ci fu un silenzio tombale quando arrivarono i draghi. Ma qualche secondo dopo tutti si misero ad urlare e nessuno osò avvicinarsi ai draghi. Il regno andò in panico ma dopo un po’ re Carados spiego la situazione e tutti si tranquillizzarono. L’esercito nemico sconfitto finalmente dai draghi sputafuoco, ritornò verso l’Asia centrale. Gli abitanti del regno furono costretti ad emigrare verso l’America perchè i campi e gli alberi erano tutti bruciati. Scelsero l’America del Sud e partirono. Così loro si stanziarono in un regno pieno di cibo e con tanti draghi, stregoni e streghe e mostri mutanti. Il nuovo regno verrà chiamato Argentina, perchè sarà il figlio di re Carados, Argentino, a colonizzare quel posto e per molti anni vivranno in pace.
RACCONTO BREVE: IL PRINCIPE E IL DRAGO DI GHIACCIO di G.T.
In un grande castello viveva un re che aveva un figlio di nome Jhon, che era un principe bellissimo ed erasposato con una principessa di nome Elisabeth. Un giorno si sentì un ruggito da una caverna vicino al castello; così il re decise di mandare un esploratore per capire cos’era, ma non è più tornato. Un giorno Elisabeth, incuriosita, decise di andare in quella caverna… Il principe preoccupato per la sua sposa, prese il suo cavallo e la andò a cercare; ma mentre la cercava, vide una signore anziana entrare nella caverna e quindi si insospettì e andò anche lui. Appena entrato, quel signore non c’era più, ma c’erano delle impronte e credendo che fossero della sua Elisabeth, Jhon le seguì. Ogni passo che faceva con il suo cavallo aveva sempre più paura. Dopo un pò si ritrovò in una grandissima sfera di ghiaccio, con un gigantesco drago di ghiaccio, che per fortuna dormiva. Mentre liberava sua moglie, ruppe per sbaglio un pezzo di ghiaccio, risvegliando il ghiaccio. Elisabeth salì sul cavallo del principe, ma il drago tirò un alito di ghiaccio potentissimo. A stento i due lo schivarono. Ad un certo punto spuntò il signore anziano che lanciò una pozione che fece addormentare il drago per sempre e il principe riuscì a salvare sua moglie. E tutti e due vissero felici e contenti.
RACCONTO BREVE: LA RAGAZZA FATA DI E.G.
C’era una volta una ragazza, Giorgia, che veniva esclusa dagli altri perchè era un pò strana. Un girno andò fuori dalla scuola, strinse la collana e le spuntarono le ali. Se ne andò al confine della città e spuntò un buco dove lei entrò e si trovò in un mondo parallelo. Era bellissimo, piena di fiori, piante, animali fatati… però nascondeva qualcosa, qualcosa di molto oscuro che la ragazza doveva scoprire. Era per quello che c’era andata. Si assentò a scuola perchè era in quel mondo e i suoi compagni di classe si insospettirono perchè mancava tutti i giorni. Sara, una sua amca, l’aveva vista quindi la seguì scoprendo tutto. Quindi sapendo il motivo perchè si era assentata. Il giorno dopo Giorgia vide Sara che la cercava. Giorgia aveva i poteri magici e cambiò volto; quindi Sara non la trovò più e se ne andò. Giorgia rimase ad indagare e all’improvviso vide Mirva, una strega molto potente che stava rendendo cattivi gli alicani, che sono degli animali con le ali per aggredire la regina Morana così da dominare tutto il regno fatato. Giorgia si rese invisibile per prendere Mirva, stordirla e mandarla in carcere mettendo in salvo la regina Morana. Qualcosa andò storto. Mirva se ne accorse e lanciò un lampo stordendola e rinchiudendola. Giorgia, che era astuta e furba, mentre la strega dormiva, prese le chiavi dalla sua tasca e uscì facendo svenire Mirva, mandandola in carcere. La regina Morana e tutte le creature alate furono salve grazie alla ragazza fata. Sara lo scoprì e fu così che con Giorgia diventarono migliori amiche.
(Nella foto di copertina: la professoressa Giovanna Carbonaro)