Acate. Sorgenti di acqua e pozzi a Biscari nell’antichità.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 18 settembre 2023.- Il territorio di Biscari (antico nome di Acate). un tempo era ricco di sorgenti di acqua. Sorgenti che alimentavano in modo particolare gli abbeveratoi e le fontane pubbliche situate agli ingressi del centro abitato dove le persone si recavano quotidianamente per attingere acqua. Inoltre di questa acqua ne usufruivano anche i mulini e i lavatoi pubblici. Lavatoi non esenti da “problemi” per il loro funzionamento in quanto spesso sorgevano contenziosi perchè c’era chi ne approfittava per appropriarsi della loro acqua deviandola nei propri possedimenti. Nel volume “Notamento dell’antiqua Patronanza dello Biscare” edito nel 2004 dal compianto parroco don Rosario Di Martino, si accenna ad una protesta avanzata dal Principe alla Corte Capitanale del Regno, contro il bovaro di una certa, donna Maria Terranova, con la quale si accusa “di spoglio violento dell’acqua e per aver impedito alle lavandare biscarane il possesso o sia il dritto di lavare le loro biancherie nelle fontane del Baucino possesse da molto tempo dal Sig. Principe e per di lui munificenza date all’uso suddetto alle riferite Lavandaie”. (Archivio di Stato di Catania- Fondo Biscari- vol. 648 pag. 531). Inoltre, sempre nello stesso volume citato, abbiamo notizie anche dell’esistenza di pozzi all’interno del centro abitato di Biscari. Nel 1689, il III Principe di Biscari, don Ignazio Paternò Castello diede ordine di “ fare un puzzo nella piazza per il publico et un altro dove è lo piano del Carmine et altro sotto San Giuseppe per servizio di tutti i terrazzani, per non esserci altra acqua in detta Terra e si spesaro di denari accomodati dal Sig. Principe onze 66 per sicchi di ramo e ferramento per tirarsi e laltro con sui cordi”. (Archivio di Stato di Catania- Fondo Biscari- vol. 379 pag. 255).