Comiso. 13 agosto 2024
La polizia di Stato continua ad impegnarsi nella prevenzione e repressione dei reati, con particolare attenzione ai delitti contro la persona e ai delitti di codice rosso, nell’ottica di tutelare le persone vittime di violenza.
Nei giorni scorsi infatti gli agenti del locale commissariato, hanno eseguito un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare, imponendi gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico, a carico di un albanese di 22 anni residente a Pedalino, frazione di Comiso, già sottoposto a divieto di avvicinamento, in quanto resosi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia in forma aggravata nei confronti della sua convivente, una ventenne di Comiso e del figlio minore vittima di violenza assistita.
Nello specifico, l’autore si rendeva responsabile, negli anni tra il 2022 ed il 2024, di gravi episodi di maltrattamenti nei confronti della compagna, sottoponendola in maniera periodica e continuativa ad una serie di violenze fisiche e verbali: percosse, minacce, ingiurie e atti di privazione, condotte che negli ultimi mesi venivano poste in essere alla presenza del figlio minore di soli tre mesi. A fine aprile 2024, la donna, a seguito di un intervento degli agenti della volante, per l’ennesima lite in famiglia, si determinava, dati anche i gravi episodi di violenza, a sporgere querela nei confronti del compagno, che pertanto veniva deferito per il reato di maltrattamenti verso familiari e conviventi e lesioni aggravate.
A tal fine è stata avviata una complessa attività di indagine, fino a richiedere all’Autorità Giudiziaria competente la valutazione di un’adeguata misura cautelare finalizzata a tutelare le vittime ed evitare che l’indagato potesse ripetere tale condotta nei confronti dei familiari.
Il GIP del Tribunale di Ragusa, valutando la situazione e la gravità dei fatti imputabili all’uomo, disponeva la misura del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico.
Nonostante il giovane avesse prestato consenso alla modalità del dispositivo di controllo per evitare misure più afflittive, si è reso irreperibile nel momento dell’applicazione del braccialetto, non consentendo l’effettiva attuazione della misura, ragion per cui è scattato l’aggravamento della misura cautelare.
Alla luce di questi nuovi elementi, il GIP del Tribunale di Ragusa ha emanato un provvedimento di aggravamento di misura cautelare, disponendo la misura degli arresti domiciliari con i relativi dispositivi di controllo a carico dell’arrestato, al fine di garantire una tutela effettiva alle vittime.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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