19 Settembre 2024

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DiMattina del 10/09/2024 – Ius scholae: quando Forza Italia guida il PD sui diritti

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Potremmo esclamare: clamoroso, Forza Italia è più a sinistra del PD. In realtà, le cose non stanno proprio così, ma partiamo per ordine. Lo Ius scholae si distingue sia dallo ius soli (concesso in casi eccezionali) e dallo ius sanguinis (ottenibile solo alla fine di un iter burocratico anacronistico). Eh no, non è una trovata di Tajani, ma faceva parte di un testo di riforma della legge sulla cittadinanza a marzo 2018, arenatasi alla Camera a giugno 2022 in seguito al cambio di Governo. Il suddetto testo riconosceva “l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte del minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che risieda legalmente in Italia, qualora abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi la scuola primaria, è necessario aver concluso positivamente il corso medesimo.”

Dopo il buon risultato alle Europee ai danni degli amici leghisti, quel mascalzone di Tajani ha deciso di promuovere lo Ius Scholae, un provvedimento osteggiato da Lega e Fratelli d’Italia, da sempre contrarie ad allargare e maglie per la concessione della cittadinanza, giocando sull’ignoranza diffusa di gran parte dei loro elettori sulla materia.

E così scoppia la bagarre in maggioranza. Andrea Crippa, vice-segretario della Lega, affossando le idee di FI, afferma che “L’Italia è il Paese in Europa nel quale ogni anno vengono concesse più cittadinanze agli stranieri. E la cittadinanza si conquista e non si regala. Quindi la legge attuale va bene così com’è”.

Ma Tajani che è un birbante non si spaventa, anzi rilancia: “I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello Ius Scholae: è una riforma in sintonia con il Paese. Diversissima dallo Ius soli, che è invece una proposta ideologica. Ho dato mandato ai gruppi parlamentari di Forza Italia di studiare il problema della cittadinanza e di preparare una proposta di legge complessiva sia sullo Ius Scholae sia sullo Ius Sanguinis, norma che va rivista perché oggi permette la concessione della cittadinanza a troppi che non vogliono essere veramente cittadini italiani”.

Piccata la risposta del solito padano Crippa “Lo Ius Scholae non è certo una priorità per l’Italia di oggi e, ricordo, non è nemmeno nel programma elettorale con il quale il Centrodestra ha vinto le elezioni politiche nel settembre del 2022. La Lega, sia chiaro, non sarà mai d’accordo a votare lo Ius Scholae o qualsiasi altra proposta che accorci i tempi per concedere la cittadinanza italiana. La legge va bene così com’è ora e non si tocca”.

Parlando di numeri, secondo l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno Svimez, elaborando dati del ministero dell’Istruzione e del Merito e Istat, dei 315.906 bambini stranieri che frequentano la scuola primaria, 4 su 5 provengono da un Paese extra Ue e circa il 70% è nato in Italia e con lo Ius Scholae “48mila bambini potrebbero acquisire il diritto alla cittadinanza italiana”. Secondo Svimez, il provvedimento produrrebbe i suoi maggiori effetti nel Nord Italia. Difatti, secondo Svimez con lo Ius Scholae “nel 2024 sono circa 48mila i bambini della scuola elementare che potrebbero acquisire il diritto alla cittadinanza italiana: oltre 1 su 4 risiede in Lombardia, il 12,8% in Emilia-Romagna, l’11,6% in Veneto e solo il 12,5% in tutto il Sud (dove è presente il 35,3% degli alunni della primaria)”.

Ma mentre la maggioranza litiga, il PD clamorosamente si sveglia e capisce che è un tema che potrebbe benissimo collocarsi negli ideali di sinistra. Il Partito ha invitato Forza Italia alla festa dell’Unità di Torino,  giacché secondo il segretario regionale Domenico Rossi “La posizione del segretario di Forza Italia sullo ius scholae e sull’immigrazione è forte e coraggiosa. Ci è sembrato giusto invitare i vertici torinesi del partito a un dibattito su questo tema: li aspettiamo, anche all’ultimo momento”.

Addirittura, a Padova è stata presentata, in aula consiliare, la discussione sullo Ius Scholae. Secondo il capogruppo PD Gianni Berno «In Italia la legge sulla cittadinanza è legata al principio dello Ius Sanguinis, che riconosce la cittadinanza italiana ai minori per discendenza diretta da genitori italiani. Ciò significa che un bambino nato in Italia da genitori stranieri non acquisisce automaticamente la cittadinanza italiana, ma può richiederla solo al compimento dei 18 anni, a condizione che abbia risieduto legalmente e ininterrottamente in Italia fino a quel momento e che presenti la domanda entro un anno dal raggiungimento della maggiore età. Questo principio esclude molti minori, nati e cresciuti in Italia, dai diritti e dai benefici connessi alla cittadinanza italiana, creando una situazione di incertezza e diseguaglianza. Per queste ragioni negli ultimi anni sono state fatte numerose proposte di legge volte a superare lo status quo, introdurre il principio dello ius soli e dello Ius Scholae, ossia il riconoscimento della cittadinanza italiana ai minori che hanno compiuto un ciclo di studi nel nostro paese».

Non è casuale che la mozione sia presentata proprio a Padova; difatti, durante l’anno scolastico 2023-2024, erano presenti 5978 alunni con cittadinanza non italiana su 35.166, pari a circa il 16% del totale degli alunni. Una percentuale che sale al 30% considerando le sole scuole pubbliche. Per questo, attraverso la mozione, il PD vuole sollecitare formalmente il Governo e il Parlamento affinché venga esaminata e approvata una riforma della legge sulla cittadinanza, che includa il principio dello Ius Scholae.

Questa è la pura cronaca di quello che è accaduto finora sul tema. Di sicuro, sarà difficile per Forza Italia imporsi contro le altre due fazioni schierate all’estrema destra, ma con un aiuto concreto del PD (fantascienza?) e delle forze progressiste, l’Italia potrebbe in un futuro prossimo riconoscere un importante diritto, superando le anacronistiche normative sul tema, giocando sempre sullo stereotipo dell’immigrato brutto e cattivo.

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