DiMattina del 29.09.2024- La drammatica situazione della sanità siciliana
La situazione della sanità in Sicilia, analizzata attraverso i dati disponibili, mette in evidenza criticità molto gravi, che tuttavia potrebbero essere ridotte alla luce degli interventi finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Esaminando le statistiche e i report ufficiali, si possono trarre conclusioni importanti sullo stato del sistema sanitario regionale, che è strettamente legato a questioni di infrastrutture, personale e qualità delle prestazioni.
Per ciò che concerne i principali indicatori sanitarie, iniziamo col dire che l’aspettativa di vita in Sicilia è lievemente inferiore rispetto alla media nazionale. Secondo i dati Istat, la vita media in Sicilia è di circa 81,6 anni, rispetto alla media italiana di 82,3 anni. La discrepanza è dovuta in parte a tassi più alti di patologie croniche, come malattie cardiovascolari e diabete, spesso associati a fattori di rischio come obesità, sedentarietà e cattiva alimentazione. La prevenzione delle malattie croniche e la promozione di stili di vita sani rappresentano una delle maggiori sfide per il sistema sanitario regionale.
Detto ciò, uno dei problemi più evidenti è l’emigrazione sanitaria. I dati mostrano che circa 30.000 siciliani ogni anno si recano in altre regioni italiane per ricevere cure mediche, con una spesa di oltre 250 milioni di euro per la Regione. Questo fenomeno, definito “migrazione sanitaria”, è particolarmente elevato per patologie oncologiche e per trattamenti di alta specializzazione, con molte persone che si rivolgono a strutture in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Ma il vero problema della sanità siciliana è rappresentata dalle liste d’attesa per visite specialistiche e interventi chirurgici. Secondo un rapporto di Cittadinanzattiva, i tempi medi di attesa per una visita cardiologica o oncologica possono superare i 90 giorni, con punte di oltre 120 giorni in alcune province. La lentezza nell’accesso alle cure rappresenta una delle principali cause di insoddisfazione dei cittadini nei confronti del sistema sanitario pubblico.
Ma non è finita qua. La Sicilia registra una carenza significativa di posti letto rispetto agli standard nazionali. Secondo i dati del Ministero della Salute, la regione ha circa 2,9 posti letto ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale di 3,4. Questa carenza si riflette soprattutto nelle aree rurali e periferiche, dove l’accesso a strutture sanitarie è limitato. I pronto soccorso sono spesso sovraccarichi, e ciò causa lunghi tempi di attesa per ricoveri o interventi urgenti.
A completare questo quadro drammatico, un altro gravoso problema è la mancanza di personale sanitario. Negli ultimi anni, i tagli al personale e il blocco del turnover hanno aggravato una situazione già critica. Secondo un rapporto dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), la Sicilia ha un rapporto infermieri-pazienti di 5,5 ogni 1.000 abitanti, ben al di sotto della media europea (8,4). La carenza di personale infermieristico e medico ha ripercussioni dirette sulla qualità delle cure e sull’efficienza dei servizi ospedalieri.
In conclusione, i dati sulla sanità in Sicilia evidenziano un sistema che, pur mostrando segnali di miglioramento, è ancora afflitto da gravi criticità. L’emigrazione sanitaria, le liste d’attesa, la carenza di posti letto e di personale medico rappresentano sfide importanti. Tuttavia, l’arrivo di nuovi investimenti, soprattutto grazie al PNRR, offre la possibilità di rinnovare e rafforzare il sistema sanitario regionale. Se gestiti correttamente, questi fondi potrebbero migliorare significativamente la qualità e l’accesso alle cure per tutti i cittadini siciliani. Ma sappiamo bene che spesso ciò non accade.