10 Ottobre 2024

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DiMattina del 10/11/2024 – Una mattanza chiamata femminicidio

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Negli ultimi anni, il fenomeno dei femminicidi in Italia ha sollevato preoccupazioni crescenti, diventando un tema centrale nel dibattito pubblico e politico. I dati mostrano una realtà allarmante: ogni anno, molte donne perdono la vita a causa della violenza di genere, spesso perpetrata da partner o ex partner.

L’ultimo caso nel casertano: un bracciante agricolo saltuario di 36 anni ha strangolato la moglie nel letto matrimoniale, davanti ai figli di 4 e 6 anni. Ma questo è solo l’ultimo dei tanti femminicidi che si verificano nella nostra penisola.

Innanzitutto, va chiarito che cosa si intende per “femminicidio”. Il Codice penale italiano non prevede un reato specifico per il femminicidio: l’uccisione di una donna rientra così nel più generico reato di omicidio, anche se le pene possono essere più severe se l’omicidio è accompagnato da una violenza sessuale o se è commesso da un parente, da un coniuge o un ex coniuge.

Sono 88 le persone uccise in Italia tra gennaio, febbraio, marzo e aprile 2024, con un calo del 25,4% rispetto al primo quadrimestre 2023, quando le vittime furono 118. Nel 2022 se ne contarono 110, 94 nel 2021 e 80 nel 2020 (anno in cui si è toccato il minimo storico di morte e morti ammazzati, 271 in tutto).

I moventi prevalenti sono i soliti. Gelosia, considerare la donna come un oggetto da possedere, incapacità ad accettare la fine di una relazione, vendetta, rivalsa. Paura della solitudine e della vecchiaia, difficoltà ad affrontare la propria malattia o quella del partner, depressione.

Nel 2024, più di metà delle aggressioni mortali sono avvenute all’interno di coppie effettive o di coppie scoppiate, per mano di mariti, compagni, fidanzati ed ex o partner occasionali (17 su 28).

Cinque donne sono state ammazzate dai figli, una dall’ex compagno della sorella, un’altra dal genero mancato, un’altra ancora da un conoscente. Due figlie sono state soppresse dalle mamme, una dal padre.

Dieci dei presunti uccisori di donne si sono suicidati dopo aver tolto la vita alle loro vittime.

Un quadro desolante e più volte portato all’attenzione della politica e dei media dalla società civile, che ha iniziato a mobilitarsi per affrontare il problema. Movimenti femministi, campagne di sensibilizzazione e manifestazioni hanno contribuito a portare il tema all’attenzione dell’opinione pubblica. In molte città, si tengono marce e eventi per commemorare le vittime e per chiedere politiche più efficaci contro la violenza di genere.

Il governo italiano ha introdotto diverse misure per contrastare la violenza di genere. La legge 69/2019, conosciuta come “Codice Rosso”, ha previsto procedure accelerate per i reati di violenza domestica e di genere, e ha ampliato le tutele per le vittime. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per garantire un’applicazione efficace delle leggi e per migliorare i servizi di supporto alle donne in difficoltà.

 

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