DiMattina del 23 ottobre 2024 – Il Generale della vergogna
Oggi ci occupiamo di un personaggio che è venuto alla ribalta in seguito alla pubblicazione di un libro “Il mondo al contrario”. Un generale, un uomo che nonostante abbia scritto e detto cose vergognose, è stato candidato dalla Lega e ora è europarlamentare.
Ma vediamo in sequenza le sue uscite:
“Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! La normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale che ha vietato termini che fino a pochi anni fa erano nei nostri dizionari: pederasta, invertito, frocio, ricchione, buliccio, femminiello, bardassa, checca, omofilo, uranista, culattone che sono ormai termini da tribunale”.
“Mussolini è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di ‘statista’ sul dizionario. Il fascismo è finito tanti anni fa. È come se io dicessi di qualcuno che è antinapoleonico: roba da ridere”.
“Questo è il mio secondo comizio. Siete tantissimi, è come avere davanti a se una legione, la Decima legione”. Con questa squallida battuta, il Generale si riferisce alla X Flottiglia Mas, corpo militare italiano che dopo l’8 settembre del 1943 si schierò con la Repubblica Sociale di Salò guidata da Benito Mussolini e con i nazisti nel crepuscolo efferato del regime fascista , riferendosi alla X Flottiglia Mas, corpo militare italiano che dopo l’8 settembre del 1943 si schierò con la Repubblica Sociale di Salò guidata da Benito Mussolini e con i nazisti nel crepuscolo efferato del regime fascista. Non contento ha pure dichiarato: “. Non contento, in uno spot elettorale, si vede il generale che, mimando il simbolo della X, dice: “Sull’apposita scheda fate una Decima sul simbolo della Lega e scrivete Vannacci”.
Ancora. “Che piaccia o no, non nasciamo uguali su questa terra e quindi chi arriva in Italia dovrebbe ringraziare immensamente per la compassione e la generosità. Paola Egonu è italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”.
Ma la gravità delle sue affermazioni non finisce qua. “Credo che delle classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare. Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. La stessa cosa vale per la scuola. Chi ha un grave ritardo di apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo? Non sono esperto di disabilità, ma sono convinto che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita. O almeno, così è stata la mia vita”. Queste dichiarazioni hanno scatenato un putiferio, come ad esempio l’intervista a Famiglia Cristiana della più giovane eurodeputata italiana, Francesca Peppucci, 30 anni, di Forza Italia, affetta da sclerosi multipla “Le dichiarazioni del generale Vannacci sulle classi separate per i disabili sono assolutamente fuori luogo. Non è pensabile tornare indietro a situazioni dove si evidenziano le differenze. Questo è intollerabile e discriminatorio”.
Ma il Generale della vergogna parla anche di aborto: “Credo che sia un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto. Sono contrario. Si devono trovare tutte le soluzioni alternative che possano spingere e convincere la donna a non abortire. Fermo restando che la scelta resta in mano alla donna. I Pro vita nei consultori? Favorevole, certo. Va offerta qualunque alternativa all’aborto.”
Potremmo continuare ancora, ma ci fermiamo qua e lasciamo a voi, cari lettori, il compito di valutare la gravità delle parole espresse da questo personaggio che dovrebbe essere pesantemente punito per le sue affermazioni becere, razziste e fortemente discriminatorie.