“Domenica, giorno 23 marzo, ho inviato a tante testate online ragusane due lettere aperte indirizzate una a Iblea Acque, l’altra al sindaco di Ragusa, comune capofila nella gestione dell’acqua pubblica. Ad oggi, giovedì 27 marzo, solo una testata su tante contattate ha pubblicato l’articolo: ItalReport, la cui sede è a Vittoria, unico comune in provincia che non ha aderito alla gestione di Iblea Acque.
Perché le altre testate giornalistiche non sono disposte a pubblicarmi?
Cosa c’era di sconveniente in quel che ho scritto?
In quelle lettere chiedevo, tanto alla ditta Iblea Acque S.P.A. quando al Sindaco di Ragusa, che dessero, a noi cittadini della provincia, spiegazioni su “Che fine abbiano fatto i soldi da noi pagati con le bollette, visto che, da quanto riportato in vari articoli che fanno capo ed esponenti politici di opposizione, si legge che Iblea Acque ha un debito di 29milioni di euro e che quello con il Comune di Ragusa è di oltre 11milioni”.
Cosa c’è di sconveniente in quel che chiedo?
Forse il fatto che si tratta di un articolo che fa non capo ad un esponente politico, ma ad una privata cittadina?
È questo ciò che preoccupa?
È questo ciò che non deve avvenire? Cioè, finché si tratta di “beghe tra politici” si possono pubblicare, se invece sono i cittadini a chiedere “conto e ragione” c’è da preoccuparsi e vanno censurati?
Personalmente ritengo un diritto-dovere partecipare, da libera cittadina, alla cosa pubblica. L’ho già fatto altre volte in passato e ho sempre avuto i miei articoli pubblicati.
Stessa cosa ritenevo sarebbe avvenuta, in modo naturale, questa volta.
Non vedendo che questo accadeva, ho contattato molti dei direttori di questi “giornali” per capire cosa li trattenesse.
Le risposte avute sono ancora più sorprendenti:
Il direttore di “Ragusanews” mi ha risposto via whatsapp che non mi pubblica perché nelle lettere cito RagusaOggi come fonte da cui attingo quel che dico e quindi devo chiedere a RagusaOggi e non a lui la pubblicazione.
A parte il fatto che cito RagusaOggi ma anche Rete Iblea, fonti virgolettate dalle quali ricavo ciò su cui scrivo, ma mi chiedo: “che risposta è questa?”.
Ma il direttore di questo giornale lo sa che quando si scrive qualcosa è doveroso citare le fonti, altrimenti quanto riportato è illazione o calunnia?
Altra sorprendente risposta ricevuta al telefono da un altro “direttore” che mi dice: “Ma noi abbiamo già scritto tanti articoli su Iblea Acque. Secondo lei, ora, qualcuno ci manda una mail e noi la pubblichiamo?”.
Provai a replicare sul valore della Stampa come veicolo di informazione e mezzo di protesta, ma mi resi conto che stavo sprecando fiato.
In sintesi: La “situazione Iblea Acque” rimane preoccupante, visto che lunedì RagusaOggi è tornata a pubblicare un articolo nel quale si parla del debito di 29milioni di euro e noi cittadini abbiamo il diritto di chiedere e di sapere dove sono finiti i soldi pagati con le bollette. Cosa dobbiamo aspettare perché si intervenga?
I Sindaci di Acate e Ispica hanno presentato richiesta di ingiunzione di pagamento.
Perché il Sindaco di Ragusa invece non lo ha fatto e in un comunicato stampa del 27 dicembre 2024, pubblicato nel sito del comune, respinge le accuse del consigliere Mauro?
Cosa sta succedendo?
Qual è la verità? Che ci venga detta, ne abbiamo diritto”.
Sabrina D’Amanti