Redazione Due, Acate (Rg), 10 luglio 2015.- In occasione dell’anniversario dello sbarco Alleato in Sicilia, Acate rivive ancora una volta una indimenticabile pagina della sua storia recente. Quei tragici giorni sono rimasti impressi nella mente di tutti coloro che li vissero, insieme al ricordo di quanti contribuirono con il loro sacrificio a tenere alto il nome della patria anche se spinti da ideologie contrastanti. Custodi di quegli eroici fatti sono gli anziani del paese che li tramandano scrupolosamente ai giovani affinchè il loro ricordo resti sempre vivo. E proprio dalla loro voce, smorzata dall’emozione, abbiamo raccolto gran parte delle notizie relative a quei fatidici giorni del luglio 1943. I primi bombardamenti americani su Acate iniziarono all’alba del 10 luglio, costringendo gran parte degli abitanti a trasferirsi nelle vicine campagne, mentre a difesa del paese restarono solo i tedeschi, che avevano il loro quartier generale nei pressi dell’attuale campo sportivo, ed un gruppo di miliziani locali. Ben presto però i tedeschi, dopo un disperato tentativo di difesa, furono costretti ad abbandonare il paese, non prima di aver fatto saltare tutti i ponti, ripiegando su di una collina a pochi chilometri da Acate in contrada Litteri, da dove continuarono a combattere cannoneggiando le vie di accesso al paese. Un gruppo di acatesi invece, unitamente ad alcuni carabinieri si recarono in località Ponte Dirillo, sulla Statale 115, a circa 10 chilometri da Acate, in direzione di Gela, per dare man forte ad una compagnia di soldati italiani e tedeschi che fronteggiavano l’avanzata americana. Qui si combattè nella notte del 10 luglio, una cruenta battaglia tra le truppe italo-tedesche e la Ottantaduesima Divisione Paracadutisti americana. Nel corso delle alterne fasi della battaglia, gli americani furono più volte respinti, ma alla fine riuscirono ad avere la meglio anche se le perdite in vite umane furono notevoli da entrambi le parti, e tra i morti italiani ci furono anche numerosi acatesi. A ricordo di quella notte di fuoco le autorità americane hanno eretto sul luogo dello scontro una lapide in marmo con i nomi di tutti i loro caduti, ai quali rendono omaggio, in occasione dell’anniversario, con una commovente cerimonia. Del tutto ignorati, invece, i caduti italiani, menzionati solo sulle singole tombe di famiglia nel cimitero di Acate. L’ingresso degli americani ad Acate subì un notevole ritardo a causa di un episodio abbastanza curioso. I tedeschi prima di abbandonare il paese avevano lasciato un carro armato con solo tre soldati al centro dei Quattro Canti, carro che sparava ad intervalli regolari colpi in direzione di Gela e Vittoria, da dove provenivano i soldati americani, dando così l’impressione che in paese fossero presenti ancora numerose forze militari. Questo stratagemma tenne impegnati alle porte di Acate gli americani per alcuni giorni, fino a quando non furono avvisati della reale situazione da un gruppo di acatesi andati loro incontro, e così finalmente il 13 luglio 1943 le truppe americane poterono entrare in Acate. Il contributo in termini di vite umane dato dagli acatesi in quei tragici giorni fu elevato, sia tra i militari che tra i civili.