Redazione Due, Acate (Rg), 3 marzo 2016.- Sono commosso per questo ritorno al passato colorato di trionfante patriottismo  in  difesa di Ragusa. E’ bello riscoprire “l’isola che non c’è” e cotanto spirito solidaristico, anche se a senso unico. Ragusa è una capitale  e accettiamo umilmente il nostro essere periferia dell’impero. Acate “nun na cuntatu mai”, dicono, figuriamoci ora che è  periferia di una Provincia che non c’è. Ce ne ricorderemo, presto. Ora, a bocce ferme, tenuto conto che ci si ricorda dei Sindaci quando fa comodo, mi si consenta di dire la mia su un problema  che è politico ed etico. Che cosa sono le Royalties? “In Italia i giacimenti di idrocarburi sono patrimonio dello Stato”(’art. 826 del Cod. Civ) e  l’Ente/Società che estrae petrolio deve pagare un compenso ai comuni del territorio interessato. Ebbene il Comune di Ragusa ha incassato in due anni circa 48.000.000 di Euro. Beato Lui. Ma, trattandosi di compensi dovuti per le estrazioni di petrolio, che certamente non si trova solo sotto l’ombelico di Ragusa, e considerato che ci sono Comuni, come Acate, che hanno subito gravi danni dall’Anic di Gela e  dalle estrazioni in terra e in mare, con le spiagge spesso invase da catrame, rimango basito dalle reazioni sulla proposta dell’On. Dipasquale di distribuire “equamente” queste Royalties fra i Comuni della ex Provincia. Cosa c’è di scandaloso? Dove sta l’ingiustizia? Forse la città di Ragusa è “più uguale” di altre? Dove è andato a finire il principio di sussidiarietà? Per chi non lo sapesse, il Comune di Acate dal 2012, per il Patto di solidarietà (???), versa ogni anno allo Stato e ai Comuni in difficoltà 1.600.000 Euro. Fino ad oggi abbiamo versato più di 5.000.000 Euro, con drammatiche conseguenze sulle finanze dell’Ente. Ma questi problemi non interessano a nessuno, né sono nell’agenda dei lavori parlamentari! Siamo passati dalla Provincia di Ragusa al Libero Consorzio e non è cambiato nulla, anzi peggio. Mi piace l’aggettivo “libero”! Ho sentito che si chiede di rifinanziare la legge su Ibla. Sono d’accordo, ma chiedo una Legge per Acate che in quanto a Beni Culturali e Monumentali non ha nulla da invidiare a nessuno e, purtroppo, non abbiamo i soldi nemmeno per cambiare una tegola. Ho inviato una lettera al Presidente della Regione, On Crocetta, ed  un’altra al Jean-Claude Juncker, Presidente dell’Europa unita. Aspetto, con pazienza, di sapere da tutti gli attori politici di che morte debbono morire il Comune di Acate e gli imprenditori agricoli. E, sopratutto se la ragione, per una volta, trionfa sull’egoismo e sull’indifferenza, che spesso fanno più vittime del Kalashnikov

 Franco Raffo-Sindaco di Acate

Di Salvatore Cultraro

Nato ad Acate. Nel 1986, ha conseguito la specializzazione quale Educatore per disabili in età evolutiva. Dal 1988 dirige il Centro di differenziazione didattica per disabili di Acate. Giornalista pubblicista, dal 1984 al 1990 ha collaborato con il Giornale di Sicilia di Palermo, dal 1991 al 2003 con la Gazzetta del Sud di Messina e dal 2004 al 2008 con la Sicilia di Catania. Nel 2009 ha diretto la redazione giornalistica dell’emittente televisiva locale “Free TV” di Comiso. Inoltre ha diretto il periodico "I 4 Canti" e dal 2001 al 2009 ha tenuto Corsi di Giornalismo presso le scuole elementari e medie di Acate e Vittoria. Appassionato di storia locale, negli anni Ottanta ha pubblicato alcune sue ricerche sulla presenza nel territorio di Acate di alcuni importanti siti rurali risalenti al periodo geco-romano e medioevale. Nel dicembre del 2013 ha dato alle stampe, unitamente al prof. Antonio Cammarana di Acate, un volumetto sull’antico Lavatoio Pubblico di contrada “Canale”.

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