Acate. Biscari: fondazione del Collegio di Maria ed affidamento di beni in enfiteusi con gara d’asta con “il metodo della candela”.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 11 settembre 2023.- Il 3 maggio del 1739, il Principe di Biscari, Vincenzo Paternò Castello, stilò l’atto di fondazione del Collegio, ovvero la riedificazione e l’ampliamento della chiesa dedicata a Sant’Agata, già esistente in “Terra di Biscari”, diroccata a causa del terremoto avvenuto nel Regno di Sicilia nell’anno 1693, “ed in essa fondare la Scuola ossia il Collegio di Santa Maria sotto il titolo di Sant’Agata -specificando che- per il presente la messa quotidiana da celebrarsi nella detta Venerabile Chiesa di Sant’Agata del predetto Collegio, verrà celebrata nella Cappella di Sant’Agata esistente nella Chiesa Matrice della Terra del Biscari nel modo e forma come al presente viene celebrata”. (Archivio di Stato di Palermo- La Gangia- Notai defunti- vol. 6527-VI stanza). Per amministrare e gestire i beni di cui era dotato il Collegio, percepire i censi e dare in enfiteusi e in gabella i terreni, il Principe nominò tre Deputati, Don Matteo Marchese, il Padre Rettore del Convento dei Padri Cappuccini: Serafino da Calascibetta e il Cappellano della Chiesa del Collegio, Don Paolo Nigita. (Archivio di Stato di Modica- Fondo Notarile di Biscari- n.1- vol 9- anno 1739).
Tutto veniva fatto alla luce del sole e, quando si trattava di affidare a qualcuno in enfiteusi i terreni, si bandiva una vera e propria gara d’asta. Infatti leggiamo, come riporta don Rosario Di Martino nella sua opera: ”Biscari ed il suo Martire che sorride”, che “stantibus blandictionibus in publica platea huius dictae terrae Biscaris, coram Deputatis”, l’interessato poneva il denaro alla base di una candela accesa e, fino a quando non si consumava, l’offerta restava aperta. Una volta consumata la candela, l’ultimo offerente e naturalmente a maggiore offerta, si aggiudicava l’enfiteusi.