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Acate. Il Circolo Agricolo premia la Guardia di Finanza per la lotta al caporalato.

Pietro Mezzasalma, Acate (Rg), 18 marzo 2016.- Nel salone delle conferenze del Circolo Agricolo si è svolta, giovedì sera 17 marzo, alla presenza di un pubblico delle grandi occasioni, del sindaco prof. Franco Raffo, del presidente dello storico sodalizio Biagio Meli, del Ten. Andrea Casamassima , del Cap. Antonio Monconi, del prof. Antonio Cammarana, del dott. Giovanni Frasca, commercialista, che sono intervenuti nel corso dell’affettuoso, straordinario e significativo incontro, la cerimonia di premiazione, con artistiche pergamene – ricordo, dei finanzieri che hanno portato a termine brillanti operazioni contro il “caporalato”. I premiati: Ten. Andrea Casamassima, Brig. C. Santo Canzonieri, App. Sc. Emanuele Virderi, App. Sc. Gennaro Brigliadoro, App. Sc. Gianluca Morando, App. Sc. Luigi Ferraro, App. Sc. Giuseppe Genovese, App. Sc. Salvatore Belluardo, App. Giovanni Raffo. I vari interventi hanno focalizzato nelle varie sfaccettature il fenomeno del “caporalato” in provincia di Ragusa e il contrasto da parte delle Fiamme Gialle. Molto seguito l’intervento del relatore prof. Antonio Cammarana, storico, scrittore, poeta e conferenziere, che ha detto: “Tutto ciò che dà sostentamento viene dalla campagna lavorata e produttiva, i cui protagonisti, nel passato, sono stati i grandi proprietari terrieri da una parte e i contadini dall’altra e che oggi sono gli imprenditori agricoli e i braccianti, i lavoratori stagionali e, da qualche tempo, i lavoratori extracomunitari. Tanto nella società del passato, quanto nella società di oggi, ha sottolineato il relatore, l’elemento portante di quello che si chiama il frutto equo del lavoro è stato e rimane un corretto rapporto tra datore di lavoro e lavoratori. Nel passato un compenso in denaro non giusto provocava un circolo vizioso che era costituito da tre elementi: miseria, furto, galera. Ma poi – ha proseguito il prof. Antonio Cammarana – a partire dal 1945 vi sono stati anni di proteste, di rivendicazioni, di lotte da parte dei lavoratori della terra, di trasformazione della nostra società, hanno portato condizioni più giuste nel mondo del lavoro agricolo e garanzie nel mondo del lavoro subordinato. E’ sempre, però, in agguato e appare sotto mutevoli forme la mancanza di rispetto della dignità umana, qualunque sia la lingua, la razza, la religione. Così rispunta un’altra illegalità, quella del sistema di reclutamento illegale, che macchia la bellezza del lavoro della terra; che sporca l’immagine dell’imprenditore agricolo onesto e la figura laboriosa del bracciante, su cui occorre vigilare ed intervenire, come è stato fatto – ha concluso il relatore – in questa brillante operazione con severità, competenza, professionalità da coloro che tutti conosciamo come le Fiamme Gialle”.

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