Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 30 marzo 2015.- Ancora un evento di grande rilievo e risonanza culturale, presso il Circolo di Conversazione di Acate. Sabato sera, infatti, grazie al notevole impegno del neo direttivo, presieduto da Salvatore Cutraro, il prestigioso ed antico circolo ha ospitato due autori etnei, Nino Branchina e Francesco Alessandro Veutro i quali hanno presentato, all’attento e selezionato pubblico, le loro due ultime opere, ”L’Ultimo guardiano” e “La scrittura della morte”. Nino Branchina, medico, con specializzazione in Urologia, ha sempre nutrito la passione per l’arte, in particolare per il disegno, la musica rock, i fumetti e i romanzi, soprattutto thriller e gialli. Per lui la scrittura è vita, un modo dinamico di esprimere e di comunicare con il mondo, traducendo in parole tutto un universo di immagini ed emozioni. Francesco Alessandro Veutro, fin da piccolo manifesta delle spiccate attitudini per le attività artistiche, il disegno, la musica e soprattutto la scrittura. Disegna bene, collabora alla realizzazione di dischi e scrive racconti. Oggi vive a Catania sposato con due figli, impiegato presso una ditta che si occupa d’informatica non ha mai smesso di coltivare le sue passioni prime fra tutte la scrittura. A fare gli onori di casa ai due prestigiosi ospiti, è stato il presidente del sodalizio, Salvatore Cutraro, il quale, dopo essersi detto, “onorato a nome di tutti i soci per la presenza dei due illustri scrittori”, ha illustrato una breve biografia degli autori ed una sintesi dei relativi romanzi. Parole di elogio per l’evento culturale sono state espresse anche dal sindaco di Acate, Francesco Raffo il quale ha auspicato che queste iniziative possano servire da stimolo ai giovani per avvicinarsi maggiormente alla lettura. Quindi si è entrato nel vivo dei lavori, coordinati dal giornalista Salvatore Cultraro, con una dettagliata relazione sugli autori e le loro opere, illustrata dalla scrittrice acatese, nonché referente per il settore Cultura del Circolo, Maria Teresa Carrubba. “Uno stile asciutto, uno stile essenziale- ha sottolineato la professoressa Carrubba- caratterizza i gialli di entrambi gli autori, Francesco Alessandro Veutro e Nino Branchina. Gialli che si snodano in un gioco compositivo alternato, che solo a tratti rivela linguaggi sottilmente diversi, ma sempre ben amalgamati. Assieme all’alternanza dei linguaggi, spicca il sapiente uso della temporalità nella costruzione delle storie, che passano con la facilità dal racconto di eventi in corso, a quello dei fatti passati, tutti reali, tutti vivi, come in una danza dove il tempo si riavvolge in se stesso e diviene un unico costante presente sempre vivo”. “Le storie- ha continuato la scrittrice- si delineano fin dalle prime righe come eco di realtà vissute. I personaggi giustamente centellinati, scelti con cura, definiti nelle loro sfaccettature, emergono dalle pagine grazie alle loro azioni, in un gioco di chiaroscuri e si ritroveranno spesso ad indagare a ritroso sulla loro vita”. La vicepresidente del Circolo, Biagia Lima, si è invece soffermata sul corto romanzo di Veutro, “Il quinto petalo”, esponendo una breve recensione. “ Definire il Quinto Petalo un giallo- ha evidenziato nel suo intervento- è riduttivo e non perchè i gialli, ingiustamente, vengono ancora sottovalutati da quelle persone altezzose che si definiscono di gusto, dotate di discernimento, ma perchè è anche un romanzo d’amore e di denuncia sociale. L’amore è il filo conduttore di questo breve libro. I personaggi presenti nella trama diventano, sapientemente tratteggiati dall’autore, anch’essi protagonisti. La scrittura è semplice, penetrante; vivi le loro storie, i loro ambienti, il loro passato. Gioisci e soffri con e per loro”. “Gli eventi, stranamente, si intrecciano- ha concluso Biagia Lima- per seguire un flusso ben delineato. La domanda è: esistono dinamiche, in questo mondo, che non ci appartengono?”. Una domanda conclusiva che ha dato il via all’articolato ed interessantissimo dibattito che ha permesso a molti dei presenti, tra cui la scrittrice Carrubba, il professore Antonio Cammarana, il professore Gaetano Masaracchio e l’ex consigliere comunale Giuseppe Monello, di porre numerose, e spesso complesse, domande ai due autori, facendo emergere inediti elementi sulla loro personalità. “La scrittura è vita- ha tenuto a sottolineare nel corso del dibattito, Nino Branchina- un modo dinamico di esprimere e di comunicare con il mondo, un’arma potentissima attraverso la quale tradurre in parole tutto quell’universo di immagini ed emozioni partorite dalla mia fervida mente e dal cuore, sia nel bene che nel male”. Una grande passione per la scrittura, manifestata fin da piccolo, caratterizza anche Veutro. “Nonostante mi sia stato consigliato di seguire degli studi umanistici- ha rivelato l’autore- il mio interesse per la tecnologia mi ha convinto ad intraprendere una formazione più tecnica, quella relativa all’informatica ed all’elettronica. E attraverso la tecnologia sono riuscito a perfezionare i miei interessi per l’arte in generale e per la scrittura in particolare. La passione per la scrittura trova, infatti, in me una dimensione nuova, oltre alla stesura del racconto curo ogni particolare esterno alla storia e che possa poi finalizzarsi alla pubblicazione del relativo libro”. Al termine della serata, il presidente del Circolo di Conversazione, Cutraro ed i componenti del direttivo, hanno consegnato ai due autori un’artistica pergamena ricordo, con l’invito e l’auspicio di poterli ospitare nuovamente ad Acate in un immediato futuro.