Acate.Dopo le recenti polemiche il sindaco Di Natale sostituisce il Cavallo, quale Primo Premio del sorteggio per la festa di San Vincenzo, con il suo corrispettivo in euro.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 5 maggio 2022.- Non è certo iniziata sotto una buona stella l’edizione 2022 dei Festeggiamenti di San Vincenzo Martire, (ho appositamente evitato di usare il termine “in onore di San Vincenzo Martire” in quanto fermamente convinto che i Santi preferirebbero da parte nostra altri tipi di “onori” più religiosi e meno folkloristici) il cui corpo è custodito, in una urna di cristallo di Boemia, dal 1700 nell’omonima chiesa di Acate. Dopo due anni di pausa forzata, causa Covid, questa edizione avrebbe dovuto rappresentare un tripudio di gioia e felicità, ed invece ad un giorno dal suo inizio ufficiale è stata caratterizzata da una miriade di polemiche con “sanguigni dibattiti e minacce di denunce da parte di associazioni animaliste” che si susseguono a ritmo serrato sui vari Social. Ma veniamo ai fatti o meglio al “presunto misfatto”. Da tantissimi anni alla Festa viene abbinato, dall’apposito comitato, un sorteggio atto ad integrare le complesse spese che i festeggiamenti richiedono. Il Primo Premio di questo sorteggio è sempre stato un cavallo, associato, per “tradizione” alla figura del Santo, Ed è stato proprio questo “primo premio” a scatenare un vero e proprio putiferio creando due fazioni opposte: “gli animalisti” che contestano l’inserimento di un animale come premio di un sorteggio e “gli appassionati di cavalli” e “tradizioni” che al contrario non trovano nulla di scandaloso in questo abbinamento, definendolo frutto di una antichissima tradizione da “salvaguardare” ad ogni costo. Ma veniamo alle reali motivazioni della polemica. Con ogni probabilità, come avvenuto da sempre, anche quest’anno nessuno avrebbe fatto caso ne polemizzato con la designazione di un cavallo quale primo premio nel sorteggio della festa, accettando senza alcuna polemica il tutto, se…se…recentemente Acate non fosse salita agli onori della cronaca nera per un cruento gesto criminale che ha avuto come protagonista proprio un povero pony, legato ad una autovettura e trascinato per chilometri riducendolo in fin di vita tanto da costringere i veterinari dell’Asl prontamente intervenuti unitamente all’OIPA di Ragusa, a sopprimerlo per evitargli ulteriori tremende sofferenze. Un gesto di grande inciviltà che dopo pochi giorni ha portato ad Acate, per manifestare la propria indignazione, numerose associazioni animaliste provenienti dalla Sicilia dall’Italia ed anche dall’estero. Quale il nesso tra pony trucidato e sorteggio di San Vincenzo? Le associazioni, oltre a contestare il sorteggio con presenza di animali avrebbero preferito che il Comitato dei festeggiamenti, proprio in ricordo del recente misfatto e per onorare il povero pony, avesse inserito un altro Premio al posto del cavallo. L’eccessivo clamore suscitato dalla “questione sorteggio Si, sorteggio No”, ha fortemente amareggiato il primo cittadino, il dottor Giovanni Di Natale il quale, dopo aver deciso di non dare in premio il cavallo, bensì il suo corrispettivo in denaro al possessore del biglietto estratto, ha espresso la propria amarezza con un comunicato stampa che di seguito riportiamo integralmente. “Ancora una volta il buon nome di Acate e degli acatesi è impunemente sacrificato sull’altare di falsi scoop, cui non riesce proprio a rinunciare chi pratica lo squallido sport delle fake news, costruendo scandali inesistenti, buoni solo a suscitare clamori e aizzare indignazioni e proteste, spacciandosi come paladino di chissà quali virtù. E tutto ciò anche a costo di deformare realtà ben note a tutti, come quella del cavallo sorteggiato nella lotteria di San Vincenzo. Infatti, tutti san bene che il cavallo, per le forti ed antiche passioni equestri di Acate, che si rinnovano nella festa del Santo protettore, non è un semplice oggetto con cui si premia, ma è il simbolo stesso della festa e della passione in essa vissuta; per cui, da sempre e naturalmente, è spontaneo associare la gioia della vincita a tale simbolo della stessa festa, che tutti ammirano e amano. Solo se si è in malafede si può misconoscere questa realtà e questa tradizione, che fa parte della cultura di Acate, nota e apprezzata ben oltre i suoi confini. Anche per questo, è assurdo e immorale rimestare nel torbido, associando la celebrazione del nobile animale, attuata individuandolo come premio più ambito, a un’ipotesi di maltrattamento e finanche al triste atto di cronaca del povero pony trucidato, che l’Amministrazione e l’intera comunità acatese hanno subito condannato. Quindi, nonostante certe torbide dietrologie, è chiaro che le intenzioni e gli scopi sono nobili e legittimi, che non è violata alcuna norma, e che non si può minimamente supporre nessun tipo di maltrattamento del cavallo messo in palio, il quale è tenuto nella stessa azienda dove è nato ed allevato e che, se non fosse stato comprato dal comitato per i festeggiamenti di San Vincenzo, sarebbe stato acquistato da qualcuno altro, per altri fini su cui nessuno avrebbe certo interferito. E allora perché non può trattarsi di una lotteria, visto che non c’è una legge che lo vieti, tant’è che il Ministero delle Finanze, autorità competente in merito, ha autorizzato tale premio. E perché è necessario strumentalizzare una lunga tradizione di Acate, nella quale, a conferma della sana passione degli acatesi, il vincitore della lotteria ha sempre deciso se tenere il premio – avendone la possibilità e l’intenzione – o se lasciarlo nell’azienda in cui vive ricevendone l’equivalente in denaro. E proprio per scongiurare ogni tipo di strumentalizzazione, l’Associazione Acate Futura, organizzatrice della lotteria di San Vincenzo, concorda con l’Amministrazione comunale dell’opportunità che, pur mantenendo il cavallo come simbolo della festa, al vincitore della lotteria sia corrisposto solo l’equivalente in denaro del suo valore. Perciò il sincero invito è quello di abbassare i toni ed evitare polemiche gratuite e deleterie, buone solo a falsare e danneggiare l’immagine di un’intera comunità, che specie in un contesto mediatico allargato non è facile poi risanare. Ricordando che, l’unico obiettivo dovrebbe essere solo quello di consentire a tutti di vivere la festa come momento di serena gioia condivisa, in cui godere delle proprie sane tradizioni, senza che queste siano compromesse dalle solite voglie di protagonismo di qualcuno, ipocritamente dissimulate dalle solite millantate valide intenzioni”.