Acate. Due cuccioli di cane bruciati vivi in un incendio di sicura matrice dolosa.
Redazione Due, Acate (Rg), 22 giugno 2016.- Acate: strana realtà per quanto riguarda il rapporto con gli animali, in modo particolare quelli definiti, “domestici” come cani e gatti. O troppo amore o eccessiva crudeltà con nel mezzo, tantissima indifferenza e fastidio e spesso intolleranza e disapprovazione nei confronti dei numerosi “volontari” che, a costo di sacrifici anche di tipo economico, cercano di aiutare randagi e cuccioli scatenando, in molti casi, l’ira, ingiustificata, di confinanti e vicini di casa, “infastiditi” da una piccola ciotola lasciata, da chi ha un briciolo di pietà per questi animali sfortunati, davanti la porta con un po di cibo ed acqua o da qualche miagolio o latrato in un paese dove il rispetto altrui è bassissimo e dove i rumori assordanti, e spesso gratuiti, e gli schiamazzi diurni e notturni sono all’ordine del giorno, ma in questo caso tutto è lecito, quel che da fastidio è solo il naturale abbaiare di un cane o il miagolare di un gatto. Molli, questo il nome della cagnolina protagonista, suo malgrado, del nostro articolo, è una randagia che però, nella sua sfortuna, ha avuto la fortuna di essere accolta ed accudita da un imprenditore locale il quale le ha dato una sistemazione provvisoria, ed anche un tetto, in un terreno inutilizzato attiguo alla sua azienda agricola in prossimità della Zona Industriale di Acate nei pressi della Circonvallazione. Tutto ciò anche per permetterle di accudire, protetta ed indisturbata, alla propria cucciolata. Giornalmente l’imprenditore ed i suoi familiari si prodigavano per non far mancare mai a Molli cibo ed affetto. Ma questa situazione probabilmente non era di gradimento a qualcuno il quale, per motivi del tutto misteriosi e sconosciuti, ha deciso di dar fuoco al terreno che ospitava la cagnolina e la sua cucciolata provocando la morte di tre cuccioli, due letteralmente carbonizzati, divorati vivi dalle fiamme, ed uno investito da qualche autovettura nel vano tentativo di trovare scampo nella vicina Circonvallazione. Il vile episodio, oltre ad amareggiare ed addolorare gli amanti degli animali, ha scatenato, in modo particolare sul web, una infinità di reazioni di rabbia, vergogna e condanna, spesso forti e colorite, nei confronti degli ignoti autori del gesto. “A volte provo solo vergogna ad essere un essere umano; Non capisco come possano esistere persone, se così si possono definire, o meglio bestie che non hanno un cuore ma trovano il coraggio di uccidere e dare fuoco a dei poveri cuccioli indifesi…vergognatevi fate schifo; Con che diritto introdursi nelle proprietà altrui e fare ciò che avete fatto… vigliacchi; L’ho sempre pensato.. l’uomo è la bestia peggiore… rabbia tanta rabbia per questi atti vili e meschini”. Questi solo una minima parte dei numerosissimi commenti, frutto della pubblica indignazione. Il problema di fondo, però, resta sempre uno, la mancanza ad Acate di una struttura pubblica in grado di accogliere i randagi per accudirli, in attesa di poter offrire loro una sistemazione definitiva, provvedendo immediatamente alla loro sterilizzazione per impedirne l’incontrollata proliferazione. Da qualche anno una associazione locale di volontari, “Qua la zampa”, si sta battendo energicamente per poter ottenere dal Comune o anche da qualche privato, uno spazio protetto dove poter ospitare momentaneamente i randagi, purtroppo senza ancora alcun esito positivo. E spesso i volontari per non lasciare gli animali al loro triste destino, sono costretti a portarseli a casa affrontando situazioni che con il tempo diventano insostenibili. (La foto è di repertorio in quanto, per una forma di rispetto nei confronti dei lettori, abbiamo evitato di pubblicare quella con i corpi carbonizzati dei poveri cuccioli).