Acate. Il saluto di commiato dell’ex parroco don Giuseppe Raimondi. “Da parroco quasi indesiderato a parroco, tra i più amati di Acate”.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg) 10 novembre 2020.- A chiusura di questa serie di articoli, dedicati ad una fase particolare della vita comunitaria di Acate, ovvero il cambio alla guida della parrocchia, “San Nicolò di Bari”, con la partenza del parroco don Giuseppe Raimondi e del suo vice don Fabio Stracquadaini e l’arrivo del nuovo Pastore don Mario Cascone, originario di Acate e del suo Vice don Vincenzo Guastella, è doveroso spendere qualche parola sul parroco uscente, don Giuseppe. Un umile e sincero sacerdote, con il sorriso sempre sulle labbra, anche quando fastidiosi problemi di salute non glielo avrebbero permesso. Un parroco sempre disponibile, “dall’abbraccio” sempre pronto ed intenso, realmente sentito e mai di facciata, atto a trasmettere, ai propri parrocchiani, quell’immenso affetto che ha sempre nutrito, anche se non sempre compreso, verso la comunità acatese. Un continuo abbraccio che spesso neanche le ferree regole anti-Covid sono riuscite a limitare. Vera guida spirituale e insostituibile dispensatore di saggi consigli, sempre pronto ad “offrire” una buona parola ed una frase di sollievo a tutti coloro che si rivolgevano a lui per bisogni e necessità, legati alla gestione della propria “anima” e della propria “vita”. Eppure l’esordio di don Giuseppe Raimondi ad Acate non è stato dei migliori. Quel 17 novembre del 2014, giorno del suo insediamento in parrocchia, tra i fedeli c’era quasi diffidenza verso questo nuovo parroco. Infatti ha avuto il non facile compito di prendere il posto di una vera e propria colonna portante della Chiesa locale, l’emerito parroco don Rosario Di Martino che ormai, a causa del suo strettissimo ed affettuoso legame con la comunità acatese, nonostante fosse originario della vicina Pedalino, era considerato a tutti gli effetti un acatese, tanto da ricevere la Cittadinanza Onoraria e di lasciare Acate solo per raggiunti limiti di età. Compito difficile, quindi, quello che attendeva a don Giuseppe. A questo bisogna aggiungere la sua diversità ed innovazione nel vivere e gestire quell’importante e fondamentale legame tra “fede” e “comunità” locale. Una comunità locale ancora radicalmente legata agli aspetti folcloristici più che a quelli strettamente religiosi. E come era inevitabile, ne è nato un vero e proprio conflitto. Lamentele rivolte al Vescovo della Diocesi, minacce di petizioni, richieste di trasferimento e, tanto altro. Ma don Giuseppe, con l’umiltà che lo ha sempre contraddistinto è riuscito, giorno dopo giorno, a far cambiare radicalmente idea ai suoi oppositori. Miracolo della fede, ci verrebbe da dire, anzi da scrivere, sabato 7 novembre 2020 all’atto dei suoi saluti alla comunità acatese, i fedeli hanno pianto per la commozione e la tristezza nel vederlo andare via dalla cittadina Iblea. Quel parroco che, quando si è insediato, quasi nessuno voleva e che invece è riuscito, giorno dopo giorno, a conquistare l’affetto di tutti radicandosi nei cuori degli acatesi. Quel 7 novembre 2020 che resterà nella memoria di tutti, infatti, nel corso della Santa Messa di commiato, animata dai fedeli, dopo la lettura dei decreti di nomina dei sacerdoti uscenti e del nuovo Parroco, don Mario Cascone e del vice Vincenzo Guastella, don Giuseppe Raimondi ha salutato la comunità con un atto di grande umiltà, chiedendo perdono a tutti per eventuali errori o mancanze, rendendo gloria a Dio, nel corso dell’omonimo passaggio della Santa Messa, “per essere stato inviato, a suo tempo, nella nostra comunità”. Quindi, e questo è un episodio del tutto inedito, ha reso noto pubblicamente il bilancio relativo alla Cassa Parrocchiale, elencando le varie voci su quello che si è fatto, su come sono stati spesi i soldi e su quello che resta da fare.