Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 19 febbraio 2019.- Le nevicate in Sicilia, com’è noto, rappresentano da sempre un evento eccezionale, in modo particolare nelle località della fascia costiera dove il clima, in genere, è quasi tropicale. Discorso diverso per i centri montani delle province, o ex, di Enna, Messina e Palermo abituati a simili eventi. La dimostrazione di quale effetto gioioso e sorprendente, i soffici e leggiadri fiocchi di neve possano avere sui siciliani, la si è avuta poco tempo fa quando una discreta nevicata ha imbiancato le città ed i paesaggi siculi generando sorpresa, frammista a piacevoli sensazioni. Per qualche ora, infatti, non essendo abituati a simili fenomeni atmosferici, ci siamo sentiti un po, “nordici” e, “armati” di sciarpe, copricapo di lana, giacca a vento (qualcuno aveva già preventivato di acquistare anche scarponi e sci, sperando in successive copiose nevicate), ci siamo riversati per le strade cittadine. Ad Acate la gioia dell’imprevista caduta di piccoli fiocchi di neve è durata purtroppo ben poco. La “nevicata”, infatti, è durata solo pochi minuti, privando gli acatesi della bella vista di tetti e strade ricoperti da un soffice e bianco manto nevoso. Gli sporadici ed impauriti piccoli fiocchi di neve, insensibili alla nostra spasmodica attesa ed alla nostra gioia repressa, ci hanno ben presto snobbato lambendoci appena per poi fuggire, trasportati dal vento, verso altre più blasonate città ragusane. Per non essere meno, quindi, agli amici degli altri centri limitrofi, privilegiati dalla candida neve, sono andato indietro nel tempo alla ricerca di notizie relative a qualche eventuale “nevicata storica”, anche ad Acate e, considerato che la fortuna aiuta gli audaci, sono riuscito a trovarle, rileggendo attentamente il volume edito da Don Rosario Di Martino, “Biscari ed il suo Martire che sorride”. Quella riportata dall’emerito reverendissimo parroco è davvero una, “nevicata storica” d’altri tempi. L’evento risale all’otto febbraio del 1761 e viene riferito, epistolarmente, al Principe, in quel momento residente a Catania, dall’allora Governatore di Biscari, Don Ferdinando Donzelli. Il Principe, infatti, non risiedeva per l’intero anno a Biscari ma, probabilmente, solo nel periodo giugno-ottobre, ovvero dalla mietitura alla vendemmia e raccolta delle olive. In sua assenza, quindi, nominava un Governatore, con funzione giuridica e piena autorità e potestà. Governatore il quale teneva costantemente informato il Principe su tutto ciò che accadeva nello Stato e Terra di Biscari, comprese le notizie sugli eventi atmosferici. Ed è proprio da una di queste relazioni inviate dal Donzelli al Principe, che si apprende di una copiosa nevicata abbattutasi su Biscari l’8 febbraio del 1761, e che costrinse gli abitanti del borgo a starsene rinchiusi in casa senza poter uscire: “…di mercoledì la notte per insino a giovedì a mezzogiorno ave in questa per divina disposizione piovuto dell’acqua in abbondanza e soave, ed il doppo pranzo si dispose il tempo a neve e sino ad esso siamo attorniati di copiosa a segno tale che ogni uno si è tenuto dentro”. (Archivio di Stato di Catania- Fondo Biscari-n. provv. 1095).