Acate. “Le trappole del web”, lunedì 13 al Circolo di Conversazione, a cura del Pedagogista Giuseppe Raffa.
Salvatore Cultraro, Acate, Rg, 11 febbraio 2023.- Ancora un appuntamento di grande rilevanza al Circolo di Conversazione di Acate. Lunedì 13 febbraio, alle ore 17,30, presso i locali dello storico sodalizio in Piazza Libertà 6, importantissima conferenza, su di un argomento di grande attualità, a cura del Pedagogista, Giuseppe Raffa, sul tema: “Le trappole del web. Rischi, dipendenze e prevenzione”. All’evento, voluto dal presidente del Circolo, lo Psicologo e Psicoterapeuta Salvatore Stornello, il quale fungerà anche da moderatore, prenderanno parte il sindaco di Acate, dottor Giovanni Di Natale, il Dirigente Scolastico del Comprensivo “Puglisi” di Acate, professore Salvatore Panagia, le Psicologhe Rossella Iacono e Raffaela Cannizzo, tra l’altro Direttrice della Comunità Terapeutica “L’Oasi” di Caltagirone. Questi alcuni degli argomenti che verranno trattati nel corso della Conferenza, come anticipatoci dal Pedagogista Raffa: “Parlerò di cyberbullismo, dei pesanti rischi sia per chi fa violenza in rete e sia per chi la riceve. Citerò la legge 71 del 2017 sul bullismo tecnologico e mi soffermerò sulle altre, tante emergenze che affliggono la rete, sexting, sextortion, pedofilia online, grooming, camping, ecc. Naturalmente non mancherò di mettere in riga le diverse e delicate attività dell’ambulatorio antibullismi della Asp di Ragusa, che mi onoro di coordinare”. “Le trappole del web”, dicevamo ad inizio di articolo, un argomento di grandissima attualità, trappole, spesso tragiche, che giornalmente si contano a centinaia con epiloghi drammatici, come la notizia di cronaca riportata recentemente da “Sky Tg24” e che di seguito riproponiamo a titolo di esempio su quanto sarà dibattuto nel corso della Conferenza. “La cerca sui social, la contatta via Instagram, la incontra e la uccide con 50 coltellate. La “colpa” della vittima? Somigliare come una goccia d’acqua alla sua assassina. Un piano omicida studiato nei minimi particolari quello messo in atto da una 23enne tedesco-irachena che, per sottrarsi alla tutela dei propri genitori, ha finto di essere stata uccisa facendo ritrovare il “suo” cadavere sfigurato nella sua macchina sotto casa del fidanzato. Una vicenda iniziata lo scorso 16 agosto in Germania quando, in un’auto parcheggiata nella cittadina bavarese di Ingolstadt, è stato ritrovato il corpo senza vita di una giovane donna con il volto sfigurato, rapidamente identificato come quello di Shahraban K., un’estetista diMonaco. Ma l’esame del DNA ha riportato una verità diversa: il cadavere ritrovato era quello di Khadidja, una fashion blogger di origine algerina residente nello Stato del Baden-Wurttemberg. Stessa età di Shahraban, stessa corporatura, stessa carnagione, stessi lunghi capelli neri e occhi scuri. Dopo mesi di indagini, la polizia tedesca ha confermato ufficialmente i sospetti contro Shahraban K, che è accusata di omicidio e rischia I’ergastolo, e del fidanzato 24enne che l’avrebbe aiutata nel diabolico piano. I due, secondo quanto comunicato dagli inquirenti, avrebbero cercato su diversi social media una donna somigliante all’omicida. Avrebbero contattato via chat diverse donne fino a convincerne una, Khadidja, ad incontrarli con l’inganno di parlare di prodotti di cosmetica. Dopo averla uccisa e sfigurata, ne hanno abbandonato il cadavere nell’auto dell’assassina. La somiglianza tra le due donne era così forte che all’inizio il piano aveva funzionato e le due identità erano state scambiate, addirittura da parte della famiglia dell’accusata”.