Redazione Due, Acate (Rg), 15 settembre 2015.- “Decade o non decade il consiglio comunale? Il sindaco rimane o rincasa? ” E’ questo l’interrogativo che si pone il Movimento 5 Stelle di Acate e l’intera cittadinanza, alla luce di quanto accaduto lunedì sera nel corso della seduta consiliare, convocata dal Commissario ad acta Vincenzo Raitano, e finalizzata all’approvazione del conto consuntivo 2014, bocciato nei mesi scorsi per ben due volte dal massimo consesso civico. Purtroppo anche nel corso della seduta di lunedì sera è arrivata l’ennesima bocciatura grazie ai voti contrari dei consiglieri pentastellati. A questo punto, secondo quanto previsto dagli ordinamenti regionali, il consiglio comunale dovrebbe essere sciolto e nominato al suo posto un commissario regionale fino al termine del mandato amministrativo regolamentare. Una ipotesi non condivisa dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, i quali, documenti alla mano, sosterrebbero che con lo scioglimento del consiglio verrebbe a decadere automaticamente anche il sindaco, riportando la città, probabilmente nella prossima primavera, a nuove elezioni. In base alle prime e sommarie interpretazioni della legge, invece, sembrerebbe che a decadere debba essere solo il consiglio comunale, lasciando regolarmente in carica il sindaco, in quanto l’amministrazione comunale, a suo tempo, avrebbe regolarmente approvato il bilancio consuntivo. Se così fosse il vero vincitore di tutta questa intrigata situazione sarebbe il primo cittadino il quale, con un sol colpo, si troverebbe libero da ogni “vincolo”, senza una opposizione in consiglio comunale e senza doversi più districare nel cercare di mantenere “equilibri”, spesso risultati precari, all’interno della sua stessa maggioranza consiliare. In sostanza avrebbe ormai le mani libere e la massima autonomia nella composizione di una eventuale successiva giunta comunale che potrebbe, ormai, formare a suo piacimento. Per il momento, tutte ipotesi, che attendono di essere confermate o smentite, fermo restante la convinzione, da parte del Movimento 5 Stelle, di un prossimo ritorno alle urne. “ Per legge- si legge infatti in una nota ufficiale del Movimento che riepiloga anche quanto accaduto in aula- quando un consiglio comunale non riesce ad approvare il bilancio, il consiglio viene commissariato, e la regione manda un commissario che cerca di traghettare il consiglio nell’approvazione del suddetto documento. Alla convocazione disposta dal commissario per approvare il bilancio (la seduta di ieri) si sono presentati solo tre consiglieri di maggioranza i quali si sono astenuti dal voto, mentre i due consiglieri di Forza Italia, presenti, hanno votato favorevolmente, e il M5S (presente con tre rappresentanti) ha votato contro. Il bilancio, quindi, non è passato. Nell’attesa di sapere se il commissario convocherà un’ultima volta il consiglio (dubbio che nemmeno il segretario ha saputo dirimere) ci atteniamo alle ipotesi di scioglimento previste dal “Testo Unico Enti Locali” (d. lgs. 267/00) e dall’Orel (L.R. 23 dicembre 2000 n. 30) che dispongono, in caso di cessazione del consiglio comunale, la nomina di un commissario straordinario che si sostituisce all’amministrazione inadempiente. Seguendo i procedimenti indicati sia nella norma nazionale che in quella regionale è facile intuire che il commissario rimarrà in carica fino al rinnovo del consiglio comunale, che coinciderà con il primo turno elettorale utile (nel nostro caso: in primavera). Nel frattempo il sindaco rimarrà in carica, spogliato di tutti i suoi poteri, con un commissario nei paraggi che gestirà l’ente al posto suo, e con la responsabilità politica sulla testa di avere fallito miseramente il suo mandato, senza una maggioranza, senza rappresentanza cittadina, senza legittimazione popolare. A quel punto le dimissioni sarebbero l’unica cosa buona per cui farsi ricordare”. Questa l’ipotesi sostenuta dal Movimento 5 Stelle di Acate, di cui si dicono quasi certi e che li avrebbe indotti a determinare lo scioglimento del consiglio comunale per tornare nuovamente alle urne. L’ultima parola, quella decisiva, tocca ora alla Regione Sicilia.