Acate. L’etimologia del nome “Biscari”. Dal castello arabo di Al-Biskara o dall’aggettivo “biscarieis”, molto ameno? Ipotesi a confronto.
Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 12 luglio 2023.- L’etimologia del nome “Biscari”, ha da sempre appassionato e stimolato la fantasia di studiosi e storici locali e non. Ma prima di addentrarci nell’argomento, sono doverose alcune delucidazioni. Per chi non lo sapesse, “Biscari” era l’antico nome della moderna cittadina di Acate. Fino al 1937 è stato da sempre, questo, il suo nome originario. Ovvero dalla fondazione del borgo, avvenuta nel 1494 ad opera del barone catanese, Guglielmo Raimondo Castello, il quale trasformò un sito boschivo e privo di abitazioni in un ridente villaggio con castello, fortificazioni, chiese, abbeveratoi, mulini e numerose abitazioni, dando vita all’attuale Acate. Quel Guglielmo Raimondo Castello, oggi quasi emerito sconosciuto nella cittadina iblea e che in pochi ricordano non esistendo nessuna sala, piazza o via a lui intitolata, contrariamente a quanto avviene in altre realtà nei riguardi dei “fondatori”. Nel 1937, adducendo motivazioni fantasiose e prive di fondamenta, il consiglio comunale dell’epoca, cambiò il nome di Biscari in Acate. Offuscando, così, quello che era stato il “Casale Biscari” prima, il “Feudo del Biscari” dopo ed addirittura lo “Stato e Terra di Biscari” successivamente, ovvero uno “Stato nello Stato”. Nonostante questa “geniale” decisione, ancora oggi “Biscari”, fortunatamente, è conosciuta in tutto il mondo grazie agli ex feudatari, i Paternò Castello i quali, associando al nome del loro illustre casato quello dell’originaria cittadina di Biscari, sono noti più come “Principi di Biscari” che come “Paternò Castello”, garantendo così la continuità toponomastica. Ma ritorniamo all’argomento originario, ovvero il significato del nome “Biscari”. Il primo a tentare di dare una spiegazione, a questo “strano” e “misterioso” termine, fu lo storico locale Carlo Addario il quale, nel suo volumetto, “Passeggiate Storiche” edito nel 1952, così si esprime: “Di vero, nelle investiture feudali si legge: Feudum vocatum Viscari e così pure nei libri degli storici antichi. Dal nome bipartito si ha Vis, che in lingua latina significa fortezza, e Cari, nucleo di abitanti della Caria, regione dell’Asia Minore, di fronte all’isola di Rodi. Se ne deduce, giusta l’etimologia, che Viscari era un presidio dei Cari, i quali, forse, furono posti dai Rodesi, fondatori di Gela, ai confini delle loro possessioni, che coincidono con la giurisdizione territoriale di Acate, per opporre una prima resistenza ai possibili attacchi di nemici”. Ipotesi affascinante ma del tutto improbabile, infatti, a quanto pare sembrerebbe, storicamente provato, che i Cari, dalle nostre parti non siano mai giunti. Altra ipotesi, forse più accattivante e storicamente accettabile, è quella avanzata dal Duca di Carcaci, Francesco Paternò Castello, il quale vorrebbe far derivare il termine “Biscari”, dal nome di un castello arabo, come si legge in un dattiloscritto inviato all’ex parroco di Acate, don Rosario Di Martino: ”L’antica e costante tradizione della nostra famiglia è quella che indica per nostro progenitore un conte normanno di nome Roberto d’Embrun, venuto in Sicilia fin dal 1046, a preparare l’impresa (contro i saraceni n.d.a.); tornatovi come guerriero nel 1060, ebbe i due castelli di Buccheri e di Albakar. Questo Albakar pare che fosse nella vasta zona, un tempo boscosa, del bacino dell’Acate e cioè del moderno Biscari. Il nome Albakar sarebbe una errata trascrizione di Al-Biskara altrimenti detta Al-Biskra, come è tuttora chiamata una città esistente verso i confini della Tunisia con l’Algeria. E non sarebbe per conseguenza il nome di un castello arabo chiamato così da qualche emiro per nostalgia della patria?”. Infine c’è la tesi avanzata dallo stesso parroco. Secondo don Rosario, infatti, Biscari potrebbe derivare <<dalla combinazione dell’aggettivo greco “ameno” con “bis” (due volte), da qui il termine biscarieis e quindi “biscari” ovvero: due volte ameno, “molto ameno”>>. Riferito, probabilmente alla splendida posizione del feudo, ricco di vegetazione, corsi d’acqua e coltivazioni. Recentemente è stata avanzata anche un’altra ipotesi, associata ad alcuni ritrovamenti archeologici, ipotesi questa, però, da scartare per la sua inconsistenza, nonostante sia stata da anni enfatizzata. Forse l’unica certezza è che il termine “biscari” si riferisse a qualche nome comune o aggettivo in quanto, in tutte le antiche cartine geografiche, lo troviamo sempre preceduto dall’articolo “il”, “Lubiscari”.