Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 26 aprile 2021.- La cittadina di Acate, tra le molteplici attività culturali organizzate nel tempo, vanta anche numerose rassegne di poesia. Tanto per citarne qualcuna possiamo ricordare una apposita “serata” dedicata ai poeti locali, organizzata, nel periodo natalizio del dicembre 1986, presso la Biblioteca Civica (all’epoca sita in via Cavour- ex Cinema Lantino). L’iniziativa (alla quale si riferiscono le foto allegate), rientrava nell’ambito di un progetto più ampio voluto dall’allora amministrazione comunale Raffo, assessore ai servizi sociali Giacomo Zambuto, ovvero l’avvio dell’assistenza domiciliare agli anziani, la presentazione della Cooperativa Sociale “C.O.S.S.” ed il Primo Natale dedicato agli anziani. In una delle tre serate, magistralmente curate dal professore Pietro Mezzasalma, si esibirono parecchi poeti acatesi i quali declamarono dal palco della biblioteca le loro liriche. Un’altra manifestazione di un certo rilievo, sempre riservata ai poeti locali fu organizzata dalla Biblioteca Civica, “Enzo Maganuco” di Acate, con pubblicazione, nel dicembre del 1995 di un volumetto che raccoglieva i testi delle liriche che avevano partecipato alla manifestazione dal titolo, “All’ombra del Castello”. La partecipazione a Concorsi di poesia provinciali, regionali e nazionali riservati agli alunni della Scuola, la si deve al professore Orazio Sansone, docente di lettere presso la scuola media “A. Volta” di Acate. Da ricordare il volumetto “Poeti per Gioco”, edito nel mese di ottobre del 2009. Ci siamo limitati a menzionare solo alcune delle iniziative riservate alla poesia ma il numero reale è molto più consistente. L’unica manifestazione che ancora oggi tiene alto il nome della prosa ad Acate, sia in italiano che in vernacolo, con poeti partecipanti da tutta la Sicilia, ferma purtroppo, causa Covid, alla Settima edizione risalente al dicembre 2019, è il “Premio Letterario Hiscor”, organizzato dallo storico “Circolo di Conversazione” e curato dalla scrittrice Maria Teresa Carrubba. Anche la Parrocchia,di Acate, “San Nicolò di Bari” in passato ha voluto organizzare delle rassegne poetiche, riservate, però, come leggeremo in una delle introduzioni della “Seconda Rassegna di Poesia Acatese”. Brevi note critiche, a cura della signora Celenia Leone, la quale con grandissima professionalità e conoscenza dell’arte poetica ci descrive le caratteristiche dei vari poeti partecipanti, alcuni dei quali oggi, purtroppo, non più con noi. Pertanto sul giornalino parrocchiale, “La Parola”, edizione estiva raggruppante i mesi di giugno, luglio e agosto 1987 si legge, a firma della signora Leone: “A conclusione dei festeggiamenti in onore di San Vincenzo si è svolta ad Acate la II Rassegna- concorso di poesia, organizzata grazie all’impegno del giornalista Pietro Mezzasalma. Rispetto alla scorsa edizione è stata introdotta l’innovazione, molto apprezzata, dell’anonimato, che ha permesso un giudizio più equo; qualche disappunto ha suscitato il fatto che abbia partecipato e vinto, un poeta di un’altra provincia, cosa non prevista dal regolamento. I 14 partecipanti hanno presentato complessivamente, 41 poesie alcune già edite. La giuria ha premiato la lirica intitolata, “Emigrante” di Sandro Cappa. Essa parla, in prima persona di un uomo che, raccolti alcuni oggetti familiari, abbandona i luoghi in cui è cresciuto e va per navi e per treni in cerca di un lavoro in terre straniere, seguito solo dai ricordi d’infanzia. La giuria ha apprezzato in essa la chiarezza espressiva, il linguaggio elevato. i richiami culturali, la melodia del ritmo. Anche nelle altre due liriche presentate, l’autore rivela le stesse caratteristiche di tecnica raffinata e si serve spesso dell’enjambement, per cui il concetto iniziato in un verso è completato in quello successivo. Passiamo in rassegna adesso le caratteristiche degli altri poeti che hanno aderito alla manifestazione, così come è possibile delinearle attraverso l’esame delle opere. Questa critica non ha alcuna pretesa di essere esatta ed esauriente, ma vuole solo aprire una strada verso lavori più ampi.
Luigi Denaro: coglie l’aspetto amaro e doloroso della vita e dei problemi. Nella lirica “Insieme” evidenzia l’indifferenza della gente che non sa capire l’angoscia mal repressa di una bambina povera. I versi sono di varia lunghezza ma il più delle volte molto brevi; il loro insieme riesce in qualche caso ermetico.
Maurizio Sallemi: si va dall’attualità tragica della vita distrutta dall’indifferenza che regna nelle città in cui gli uomini vivono da avversari, alla nostalgia per i ricordi del paese natio, al desiderio di elevazione spirituale. Il linguaggio è sostenuto e nel suo insieme da un tono di eleganza alle liriche.
Pietro Baglieri: rivela una personalità poetica consapevole, che sa abbracciare vari argomenti, presentando anche una lirica che esprime con sapiente arguzia la sua “poetica”. Scrive in dialetto, il che gli facilita l’uso della rima. Nelle sue poesie è notevole l’ironia, ora amara, ora serena, qui evidente, li celata.
Francesco Raffo: con uno stile talvolta chiaro e vivace, ma più spesso complesso, intrecciato e cupo, rivela interesse per diversi temi, dai quali traspare un animo malinconico e attento ai fenomeni naturali.
Vito Gatto: facendo un largo e appropriato uso delle similitudini, a volte ricercate, e di un linguaggio curato e spesso di tono aulico, crea situazioni immaginarie, che però trasfigurano una realtà concreta e profondamente sentita.
Carmelo Pinnavaria: le sue liriche descrittive fanno uso di una lingua semplice ma curata e a volte colta. Il mondo esterno stimola la sua fantasia, la quale gli suggerisce immagini singolari come quella di Ulisse << errabondo>> sul mare o le << dune di sabbia dorata >> di una donna africana.
Giovanni Lantino: eleganza di stile ottenuta mediante l’uso di termini delicati, raffinati ed anche ricercati. Versi liberi che si snodano con cadenza lenta e pacata. In una delle liriche si serve della frequente ripetizione di un verso (spruzzi e riflussi) che crea una struttura circolare, diversificata nelle immagini. Ama fare delle attente considerazioni sugli aspetti più malinconici della vita.
Salvatore Guardabasso: descrive con ricchezza di aggettivi e con graduale progressione le caratteristiche di due stagioni dell’anno. Lo stile enunciativo si coglie nei versi lapidari, talvolta brevissimi, e nelle frequenti enumerazioni.
G. Daniela Morando: le sue poesie si presentano come una successione di pensieri e fantasticherie, suggeriti da un tema centrale,, come la giovinezza o le strade bagnate. I versi liberi seguono l’andamento del suo pensiero.
Gaetano Masaracchio: argomenti naturali e spontanei, riflessioni adeguate, suggerite sia da episodi attuali, sia da situazioni quotidiane, sia da stati d’animo, si liricizzano nei versi liberi dall’andamento sciolto.
Concetto Calafiore: i suoi componimenti richiamano la poesia surrealista, si nota, infatti, una successione di pensieri, sentimenti, metafore giustapposti liberamente. I contenuti tradiscono amore per l’introspezione psicologica e una particolare filosofia della vita.
Giuseppe Licitra: predilige descrivere quadretti di vita quotidiana, con prevalenza di quelli dolorosi o malinconici, che ricrea con un linguaggio semplice e trasparente. Alterna componimenti in dialetto e in lingua; fa uso liberamente, ma quasi costantemente, della rima e della divisione in strofe.
Rosaria Guccione: dalle sue liriche traspare uno spirito elevato che la porta a meditare e a elaborare riflessioni profonde sulla realtà che la circonda e sugli uomini. Coglie attimi, stati d’animo e particolari aspetti della vita. L’espressione fa un certo uso di termini che richiamano la lirica leopardiana inseriti in un linguaggio corrente. Sottolinea le pause del pensiero con largo impiego di punteggiatura”.