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Acate. Presentato al Castello Biscari, dalla Fondazione “Maria Giovanna Baglieri”, il romanzo, “l’Ira di Dio” della scrittrice Costanza Di Quattro.

Salvatore Cultraro, Acate (Rg),2 giugno 2024.-Ancora un’ appuntamento culturale di grande prestigio organizzato dalla “Fondazione Maria Giovanna Baglieri” di Acate. Venerdì 31 Maggio, presso la sala degli ex magazzini del  Castello dei Principi di Biscari, è stato presentato, davanti ad un folto pubblico,  l’ultimo lavoro della scrittrice e drammaturga Costanza DiQuattro. L’evento di venerdì conclude la prima parte, quella relativa al mese di maggio, della lunga tournée programmata dall’autrice in numerose città d’Italia e che continuerà ancora per tutto il mese di giugno.  All’incontro culturale hanno preso parte, oltre all’autrice, la professoressa Maria Giovanna Baglieri, presidente della omonima Fondazione, il parroco di Acate, Don Mario Cascone,  ed il sindaco della cittadina iblea, l’avvocato Gianfranco Fidone il quale ha elogiato, “la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Costanza Di Quattro, autrice di fama nazionale: L’ira di Dio, grazie alla Fondazione Maria Giovanna Baglieri, la quale si conferma presidio culturale d’eccellenza per tutto il territorio e che contribuisce a valorizzare al meglio le nostre bellezze”. “L’ira di Dio di Costanza DiQuattro- ha aggiunto la professoressa Maria Giovanna Baglieri- è un romanzo storico che avrà anche ad Acate tanti appassionati lettori, pertanto voglio formulare un grazie speciale a tutti i numerosi intervenuti i quali hanno onorato con la loro presenza l’autrice e il nostro paese”. Il racconto è ambientato, a fine Seicento, a  Ragusa Ibla “dove padre Bernardo, amministra una piccola chiesa celebrando messa senza slancio né vocazione. È la terra dove lui troverà l’amore, più che in Dio in Tresina. la perpetua redenta.  Bernardo diventa testimone di un evento distruttivo ed epocale, il grande terremoto dell’11 gennaio 1693, che segnerà la sua esistenza. Sullo sfondo, la Sicilia che l’autrice come sempre sa raccontare: calda e sanguigna, dissoluta e antica, qui più densa e ferita, ma ancora umana come nessuna”.

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