Redazione Due, Acate (Rg) 29 settembre 2015.- Penultimo appuntamento questa sera alle ore 20,30 con la rassegna teatrale alla Corte dei Principi. A calcare le scene, fuori concorso, saranno gli attori della compagnia Hobby Club, padroni di casa, nonchè organizzatori del Festival unitamente all’amministrazione comunale di Acate. “Come si rapina una banca”, è questo il titolo della commedia brillante in due atti di Samy Fayad, per la regia di Sergio Spada, scenografia di Luigi Denaro e costumi di Matilde Masaracchio, che verrà proposta questa sera all’attento, esigente ed affezionato pubblico che da settimane, ormai, segue puntualmente tutti gli appuntamenti teatrali. “Famiglia mia, il mondo non ve lo potete tagliare addosso su misura. Per gente come noi il mondo è fatto di una sola misura. E se tentiamo di farcelo come piace a noi è una fregatura perché in mano ci hanno messo un metro truccato: novanta centimetri invece di cento”. “Con queste parole,- spiegano gli attori della compagnia Hobby Club- esasperato, Agostino Capece, protagonista della commedia, alquanto bislacco che vive di sogni e di illusioni, quasi sul finire del primo atto esplode di fronte alla perenne condizione di subalternità al caso cui sono costretti a vivere i personaggi della commedia. Nelle parole di Agostino c’è tutta la drammaticità di un reietto che si trova nella condizione di diseredato, perché il destino gli ha negato la possibilità di vivere una vita agiata, priva di ristrettezze economiche. Agostino Capece è assoggettato ad una condizione di stallo, senza possibilità alcuna di poter cambiare la sua posizione, non ne ha i mezzi, il metro è di novanta centimetri e non può andare oltre quel limite. Sono quei dieci centimetri in meno a sbilanciare la sua condotta e a trattenerlo ai margini di una società che lo rigetta per la dannosa corrosività della sua insistenza a voler essere. Agostino fa l’inventore e, quasi adagiato alla situazione di declino economico, al punto da trascinare se stesso e la sua famiglia nella miseria più totale, vive nella vana speranza che una delle sue grottesche invenzioni trovi un finanziatore. Di contrasto una moglie che, ormai stanca dell’inutilità di queste bizzarre invenzioni, vive di espedienti, affidando la propria sorte all’ abilità, più o meno risolutiva, del figlio Tonino, mezzo tonto, che si arrangia alla meno peggio nell’ arte del trasformismo, per cercare di inventare escamotage e racimolare quanto basta per sopravvivere quotidianamente. Continuando a illudersi che prima o poi qualche bizzarra invenzione cambierà radicalmente la sua vita, Agostino Capece, decide di non aspettare un finanziamento che, forse, non arriverà mai. Così, cambiando la natura degli eventi, progetta insieme al figlio Tonino di entrare nottetempo in una banca per racimolare i soldi necessari. In tutta questa vicenda s’imbatte, per caso, una vedova rimbambita, la quale diventa àncora di salvezza come mezzo estremo per garantirsi un pasto giornaliero, con l’inganno da parte dei Capece di rifocillare dei mici senza tetto, e che si trova coinvolta nella rapina pensando di trovarsi al cimitero. Interagisce, altresì, un barone, direttore di banca, innamorato di Giuliana Capece, gravida di padre ignoto, al quale Agostino e Regina Capece vorrebbero a tutti i costi maritare. Riusciranno i nostri eroi nell’ intento? “Come si rapina una banca”, di Samy Fayad è uno spaccato per assurdo della napolaneità, che nel nostro adattamento diventa sicilianità”.