Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 1 febbraio 2020.- Ancora in primo piano la questione riguardante la restituzione, da parte del Comune di Acate, alla Regione Sicilia, di più di diecimila euro ricevuti nel 2017 per la “Democrazia Partecipata” e non utilizzati. L’accusa, per non averli spesi e quindi costretti a restituirli, era partita dal Movimento 5 Stelle di Acate, all’opposizione in seno al consiglio comunale con quattro rappresentanti, tramite due documenti pubblici. Un attacco immediatamente respinto dall’amministrazione comunale la quale, per voce del sindaco Giovanni Di Natale, ha smentito e chiarito i motivi della dovuta restituzione della somma ricevuta dalla Regione. “Acate- ha spiegato il primo cittadino- essendo in dissesto e non avendo un bilancio ordinario non poteva applicare la Democrazia Partecipata su un bilancio inesistente. Il bilancio 2015/19, infatti, è stato approvato il 23/12/2019 dal Ministero degli Interni”. Dichiarazioni, alle quali hanno fatto seguito le scuse ufficiali, tramite una nota, dell’ex deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Vanessa Ferreri. “La Democrazia Partecipata- ha sottolineato l’ex deputata- è stata istituita il 28 Gennaio del 2014. Legge Regionale del Movimento 5 Stelle n. 5- 2014. La prima firmataria è Valentina Palmeri, naturalmente votata e portata avanti da tutto il gruppo, quindi anche dalla sottoscritta. Una Legge che va in aiuto a tutti i comuni siciliani. Quindi nel 2017 il Comune di Acate era già in dissesto e per onestà intellettuale mi scuso se ho, in questo caso, dopo aver letto due comunicati stampa ufficiali, attribuito negligenza all’amministrazione di Acate. Mi informerò con esattezza sulla procedura adottata per i comuni in dissesto”. Indubbiamente un ammirevole gesto di correttezza politica, quello della Ferreri.