Redazione Due, Acate (Rg) 1 Maggio 2017.- Il Primo Maggio di quest’anno si apre in uno scenario che ormai è diventato consueto: disoccupazione crescente, stagnazione nei consumi, perdita di potere d’acquisto da parte delle famiglie, incapacità di elargire denaro da parte delle Banche agli imprenditori che vogliono innovare. Il Paese rischia veramente un fallimento non solo economico, ma anche sociale. Il “caso” Alitalia, ormai al fallimento, nonostante i tanti Miliardi di Euro regalati dallo Stato, è un esempio illuminante: verrà “venduta a pezzi”. Intanto nell’indifferenza dei potenti le richieste di aiuto delle famiglie si moltiplicano, ai Comuni si tagliano i trasferimenti regionali e nazionali. Intanto si registra un crescendo imbarbarimento della politica dal Centro fino alla periferia, dove alla tradizionale dialettica politica si sostituisce sempre di più la caccia e la persecuzione, con qualsiasi mezzo. Ai partiti e ai movimenti si sostituiscono bande “armate” per destabilizzare il sistema in un momento grave per il Mondo, per l’Italia e per tutte le comunità. La voce autorevole del Papa rimane una flebile “voce che grida nel deserto”. Noi, però, siamo il livello istituzionale più vicino alla gente e meglio di tanti altri abbiamo il termometro della situazione. Ciò ci impone una maggiore partecipazione alle problematiche del Territorio, privilegiando il lavoro quotidiano, favorendo il lavoro, l‘imprenditore che vuole investire e creare lavoro. Fare il sindaco oggi vuol dire incontrare ogni giorno uomini, donne e giovani alla disperata ricerca di un posto di lavoro, tante persone per bene che mai avrebbero pensato di dover bussare alla porta del loro sindaco per chiedere un aiuto. Non è facile dare risposte concrete a simili richieste. Serve veramente una svolta complessiva, uno scatto in avanti, per favorire l’occupazione, soprattutto giovanile, ripristinando contratti di solidarietà, reclamando e conservando anche vecchi mestieri. C’è tanta gente che vuole ancora scommettere su di sé, vuole impegnare la propria intelligenza per creare sviluppo, senza piegarsi al facile pessimismo e senza affidarsi a soluzioni estemporanee. Ci sono cittadini che ancora danno il massimo per fronteggiare la crisi e investono nella innovazione e nel cambiamento. Da loro ci vengono stimoli a continuare a lavorare, a non abbatterci e a non lasciarli soli. Le manifestazioni di ieri sera al Castello e in Piazza Matteotti, ad opera di cittadini intelligenti, volitivi, direi creativi, sono la prova chi il Primo Maggio ancora ha un senso. E noi anche quest’anno daremo il giusto tributo, anche se spostato al venerdì di S. Vincenzo, 5 maggio, per motivi tecnici e anche in una cornice che rispetta la tradizione di una festa che era dei lavoratori, dei carrettieri, dei piccoli e medi imprenditori che, dopo un giorno di lavoro, mettevano a disposizione i loro cavalli, stanchi, per onorare il Santo, all’insegna dell’assoluto volontariato e della Fede. Il lavoro ritorni al primo posto nell’agenda della politica e diventi: speranza, passione, futuro. Questo il mio augurio a tutti i cittadini di Acate.
Il Sindaco
Prof. Francesco Raffo