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Al via la Summer School di Motore Sanità: a Gallio un laboratorio di idee per il futuro del Ssn

Gallio, 18 settembre 2024 – Dal pensiero creativo alle evidenze scientifiche, dalla valorizzazione della relazione di cura a nuovi modelli efficaci e sostenibili per il governo della Salute in Italia e nelle Regioni: è un laboratorio di idee, di analisi, di riflessioni e proposte, la Summer School di Motore Sanità che ha preso il via stamani a Gallio, in provincia di Vicenza. Per tre giorni, riuniti sull’Altopiano di Asiago, oltre cento tra amministratori, clinici, manager di aziende sanitarie pubbliche e private, docenti universitari e specialisti di varie discipline nell’ambito della ricerca, la clinica, l’assistenza e il governo della Salute. L’evento è promosso in media partnership con One Health, Askanews, Mondosanità e Eurocomunicazione.

Ad aprire i lavori Marinella Sambugaro, Sindaco di Gallio che ha ricordato le sfide attuali e future della Salute, intesa come diritto fondamentale della persona a fronte dell’aumento dei bisogni della popolazione anziana e affetta da malattie croniche, anche in relazione alle risorse limitate in termini di personale e finanziamenti. A puntare i fari su investimenti, tecnologie, formazione e altre possibili leve strategiche per garantire innovazione e sostenibilità, senza perdere di vista la centralità della persona e dell’umanizzazione delle cure, Andrea Nardin, Presidente della provincia di Vicenza. Quindi è toccato a Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità della Regione Veneto, mettere sotto i riflettori i nodi da affrontare per garantire le prerogative di equità e universalismo del Servizio sanitario pubblico.

“L’appuntamento annuale con Summer School di Motore Sanità – ha sottolineato Lanzarin – è un momento di formazione atteso e partecipato. La questione delle risorse economiche da dedicare al sistema delle cure e la sostenibilità del Ssn così come disegnato dall’articolo 32 della Costituzione, è centrale a fronte di una crisi che non è regionale e nazionale ma europea e mondiale”. I nodi da sciogliere, secondo Lanzarin, sono dunque quelli della carenza di personale e di risorse finanziarie mentre l’impianto delle cure ospedaliere e territoriali nel settore pubblico diventa sempre meno attrattivo per i giovani medici formati e specializzati nelle Università.

A confronto dunque idee, iniziative, visioni per aiutare a costruire il servizio sanitario del futuro. Sotto la lente la proposta di aumentare i posti di specializzazione nelle scuole di Medicina, la controversa misura del numero chiuso mentre c’è da affrontare la questione delle borse di specializzazione disertate nelle discipline di area critica come le Chirurgie, il Pronto soccorso, l’Anestesia e la Rianimazione. “Da qui ai prossimi anni – ha concluso Lanzarin – avremo un miglioramento nel numero di medici formati e specializzati, ma l’impatto delle carenze rischia di manifestarsi in maniera acuta anche sul fronte degli infermieri e tecnici e altro personale del comparto che non riusciamo più a formare in numero adeguato mentre abbiamo la necessità di attivare Case e Ospedali di Comunità allo stato attuale spopolati di camici bianchi”. Scogli che spetta alla tecnologia, alla ricerca in campo clinico e farmacologico superare ma sempre puntando sul capitale umano e i professionisti della Salute perché “i sistemi di telemedicina telemonitoraggio e telecontrollo sono utili ma non sufficienti a sostituire l’apporto umano nel rapporto di cura e la competenza professionale”.

Sì alla tecnologia dunque, all’intelligenza artificiale e all’innovazione digitale “per aiutare i camici bianchi nella diagnosi e nella cura, ma il rapporto umano resta centrale per garantire la Salute delle persone”. Così Roberto Ciambietti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto, che ha ricordato che “i malati non sono macchine, qualunque innovazione li riguardi deve essere proposta da un terapeuta in una relazione di accoglienza della solitudine e del dolore che spesso accompagnano la malattia, perché questo è un elemento cruciale della cura”.

Sul fonte econonico e della tenuta dei conti più ottimistica la visione di Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore sanità, che ha ricordato come la Sanità sia oggi finanziata adeguatamente assorbendo 136 miliardi di euro a cui vanno aggiunti altri 40 di spesa privata che configurano, nei fatti, un sistema misto in cui è non è corretto misurare il livello di investimenti rispetto al prodotto Lordo se non si comprende che l’entità dei finanziamenti deve seguire lo sviluppo economico del Paese per non sconfinare nel debito pubblico. Lea, equità, efficacia e appropriatezza, innovazione e ricerca le parole chiave di un Servizio sanitario da salvaguardare: “Perché non è vero che non funziona nulla”. Sotto la lente dunque, il sistema di Finanziamento del Ssn, l’autonomia differenziata – da intendere secondo Zanon – come un’opportunità di responsabilizzazione delle regioni del Sud che hanno mostrato di poter crescere come e più delle regioni del Nord. Le Liste di attesa? “Sono da misurare sempre nell’equilibrio tra offerta e domanda ma anche organizzazione dell’offerta. La questione – ha concluso Zanon – non è solo assumere più medici ma anche come impiegarli e dove metterli, se in ospedale dove gli acuti sono sempre più pochi, o sul territorio deve crescono invece le cronicità”.

Innovazione tecnologica ma anche organizzativa affinché la sanità non sia solo spesa ma anche investimento. “Per aumentare il finanziamento serve più economia: negli ultimi 4 anni la più elevata impennata del disavanzo pubblico – ha concluso Zanon – la crescita del finanziamento è stata maggiore della crescita del Pil. Non esiste una sostenibilità senza crescita economica del paese sebbene poi serva un ragionamento sui 260 mld di spesa pubblica improduttiva. Solo il 10% sarebbero 26 miliardi all’anno in più ma ci vuole coraggio oltre che volontà politica. Da anni non abbiamo un Piano sanitario nazionale e una vision futura. Dobbiamo sapere dove vogliamo andare e ridisegnare il rapporto pubblico privato”.

Massimiliano Zaramella, Presidente del Consiglio comunale di Vicenza, medico, ha portato la sua visione a 360 gradi: “Competenza, lungimiranza e coraggio – ha sottolineato – sono gli ingredienti per affrontare le sfide della programmazione futura. Serviranno 15 anni per la riforma del sistema”. Intanto propone di azzerare la contrapposizione e scontro tra sanità pubblica e quella “non pubblica”, di ripensare rapporti equilibrati tra le varie realtà sanitarie, tutelare in maniera estrema il personale sanitario ricordando che non esiste Pnrr, tecnologia o intelligenza artificiale per fare della Sanità fermare l’emorragia di personale verso il non pubblico rinnovo dei contratti. E poi: sostenere per alcuni anni l’esclusività di rapporto per rallentare l’emorragia di camici bianchi e recuperare alcuni di quelli che se vanno. Infine, benefit e welfare a livello regionale e comunale senza temere la scure della corte dei conti, detrazioni fiscali, foresterie, asili, palestre e altri servizi per valorizzare e “coccolare” il personale sanitario rinsaldando la fiducia tra istituzioni sanitarie e operatori.

A chiudere la prima sessione della Summer School di Motore Sanità a Gallio Roberto Rigoni Stern, Sindaco di Asiago, Gianni Amunni, Coordinatore scientifico Ispro, Luigi Cavanna, Past president Cipomo, Giorgio Colombo, Direttore scientifico Cefat (Centro economia e valutazione del farmaco e tecnologie sanitarie università di Pavia), Angela Ianaro, Professore di Farmacologia Università Federico II, Giuseppe Longo, Direttore Medicina oncologica Policlinico di Modena e Roberto Orecchia, Direttore scientifico IEO che ha disegnato i confini della sostenibilità da raggiungere anche attraverso la prevenzione e le cure di malattie degenerative come il cancro nei tempi giusti utili ad ottenere guarigioni complete.

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