Banche Covid 19 e rischio usura. Lando Sileoni Segretario Generale F.A.B.I. intervenga il Governo.
Roma. 22 maggio 2020
Una dichiarazione resa oggi dal Segretario Generale della F.A.B.I. il Sindacato dei bancari più rappresentativo in Italia, Lando Maria Sileoni, nel corso della intervista rilasciata a Radio 24, nella trasmissione Focus-Economia, ha lanciato l’allarme, ma non è la prima volta, infatti lo ha fatto nei giorni scorsi in altre occasioni, ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche, sul rischio “usura”, soprattutto nel Sud dell’Italia.
Alcune banche del Sud rallentano prestiti garantiti, così si aumenta il rischio usura per le imprese. Ha dichiarato Sileoni, aggiungendo – con i prestiti garantiti dallo Stato, alcune banche, per loro convenienze, stanno penalizzando determinati territori e ne stanno favorendo altri, il risultato è che in specifiche aree del Paese, soprattutto del Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese, perchè, chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalità organizzata. – Secondo Sileoni, dovrebbe intervenire il Governo che conosce i nomi delle banche che rallentano i prestiti e dovrebbe intervenire anche la vigilanza. In ogni caso, sarebbe stato opportuno inserire, nei decreti, delle penali per evitare comportamenti scorretti visto che alcuni istituti di credito scoraggiano l’erogazione dei finanziamenti del decreto liquidità, soprattutto quelli fino a 25.000 euro perchè ritenuti non remunerativi, e quindi sono inadempienti rispetto alla legge. (ANSA 22-MAG-2020)
Un grido di allarme che trova il consenso di molti professionisti del Sud, che si occupano, sin dall’emanazione del DPCM, di garantire quanto previsto, ai loro clienti. Il rischio usura è nell’aria, e la criminalità organizzata non perde occasione per acquisire patrimoni cospicui, che potrebbero diventare “bottino” di chi investe fiumi di denaro in maniera illecita.
Molte le segnalazioni riservate effettuate da persone che sono vittime di cravattari che approfittano del delicato momento di crisi economica, determinata dalla pandemia, per “offrire aiuto” a chi ne ha estremo bisogno.
E’ necessario che si assumano provvedimenti forti per evitare che, dopo i morti di Covid 19 e dopo i suicidi di numerosi imprenditori, la mancata erogazione del credito, possa creare danni irreversibili alla gente onesta e ai lavoratori.
Tutto ciò, crea anche rancore e odio sociale tra clienti e bancari, oggi un’altra aggressione, dopo quelle dei giorni scorsi, con il bilancio di un bancario con una frattura al polso, provocata da uno scalmanato che, come tanti, ha riversato tutta la sua rabbia, contro un lavoratore che non ha facoltà o possibilità decisionale. Ancora una volta, bisogna ribadire che i bancari, non sono banchieri.
Si intervenga subito per bloccare una guerra tra poveri.