Roma – Mobilitazione dei professionisti del Ministero della Cultura, domani, 8 gennaio, in via del Collegio Romano a Roma a partire dalle ore 10,30. Il presidio, organizzato da NIdiL CGIL e UILTemp Nazionali, vedrà la partecipazione di una delegazione degli oltre 400 collaboratori dei beni culturali rimasti senza occupazione dalla fine del 2024.
“Queste figure altamente specializzate, impiegate dal Ministero a partire dal 2021 mediante contratti di collaborazione ai sensi dell’articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per sopperire alla carenza cronica di personale, hanno contribuito significativamente alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Nonostante l’investimento nella loro formazione e l’esperienza maturata, si trovano ora privati di una continuità lavorativa indispensabile sia per loro stessi che per il settore culturale nazionale” denunciano i Sindacati in una nota diffusa oggi.
“È inaccettabile che professionisti su cui lo Stato ha investito vengano abbandonati, lasciando scoperti ruoli fondamentali per la salvaguardia dei nostri beni culturali. – il commento di Roberta Turi della segreteria nazionale di NIdiL Cgil – Chiediamo al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, di mantenere gli impegni presi e garantire la continuità lavorativa a queste risorse preziose.”
“Il Ministro Giuli ha più volte sottolineato l’importanza delle risorse umane nel Ministero, inclusi i collaboratori a partita IVA. Se queste risorse sono davvero considerate fondamentali, è necessario assicurare loro stabilità e riconoscimento, evitando prese in giro e promesse non mantenute.” Così Gianvincenzo Benito Petrassi, segreteria nazionale UILTemp.
NIdiL CGIL e UILTemp hanno inviato numerose lettere al dott. Lanna del Ministero e ai parlamentari delle commissioni cultura di Camera e Senato, evidenziando l’urgenza di affrontare la questione. “La protesta di domani rappresenta un appello accorato affinché le istituzioni intervengano tempestivamente per risolvere una situazione che mette a rischio non solo il futuro di 400 professionisti, tra cui archeologi, storici dell’arte, architetti, bibliotecari ecc, ma anche la tutela del patrimonio culturale italiano” concludono i Sindacati che domani scenderanno in piazza.