Roma – “Anche oggi in conferenza stampa Renzi si diletta a descrivere l’economia e le riforme di un’Italia che non c’è, a partire dalla clamorosa rimozione della vicenda banca Etruria e delle truffe perpetrate ai danni di migliaia di risparmiatori. Non si può continuare impunemente a mentire – citando mirabolanti “dati di fatto”- ad un Paese che paga sulla propria pelle ogni giorno gli errori di questo governo”. Lo afferma in una nota la senatrice Anna Maria Bernini, vicepresidente vicario di Forza Italia a Palazzo Madama.
“Su tutto, dal Pil alle riforme, dall’occupazione all’immigrazione, quella di Renzi è una stanca replica, condita da dati e statistiche citati in maniera totalmente contestabile. Sul Pil Matteo Renzi dice che chiuderemo a + 0,8 dopo aver previsto un più modesto + 0,7. Qualcuno dovrebbe ricordargli che un certo Renzi Matteo, in sede di approvazione del DEF, aveva lo scorso settembre rivisto le stime a + 0,9, dichiarandosi certo di un trend di crescita che nessuno ha visto. Sull’immigrazione ha detto che mai come in questo momento in Italia si è registrata una così ridotta presenza di immigrati. Ha anche precisato, “si parla di presenza, non di sbarchi”. Anche qui, sarebbe bastato studiare i dati resi pubblici nella giornata di ieri dall’Istat e dedicati proprio agli stranieri residenti in Italia per non fare l’ennesima figuraccia. Ma è su lavoro ed economia che il presidente del Consiglio raggiunge l’apice della incredibilità. In particolare, sull’aumento del lavoro, la realtà raccontata dal premier non è solo una lettura oscura o partigiana, ma vere e proprie bugie. Quello che accade davvero è un flop totale delle politiche del lavoro, con esplosione record dei voucher (buoni lavoro), aumento dei contratti a tempo determinato, calo dei contratti a tempo indeterminato. Ovvero il trionfo di quello che la sinistra da sempre chiama lavoro precario. A spese della fiscalità generale, cioè delle tasche di tutti noi. E a ciò si aggiunga una legge di Stabilità tutta deficit, debito pubblico e mancette elettorali. È evidente che il Renzi di oggi ha visto un altro film, anzi è entrato proprio in un altro cinema”.